Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha firmato ieri mattina il Dpcm. L’invio delle domande sarà possibile a partire dal mese di ottobre. Al momento della richiesta all’Inps della certificazione per la pensione, il lavoratore riceverà tutte le informazioni sugli Istituti bancari e sulle assicurazioni che aderiranno all’iniziativa e potrà sottoscrivere on-line la richiesta. Potranno formalizzare la domanda i lavoratori dipendenti pubblici e privati, gli autonomi e gli iscritti alla gestione separata, mentre ciò non sarà possibile per i liberi professionisti. Ad erogare il prestito saranno i soggetti aderenti agli accordi quadro, che verranno stipulati tra il Ministero dell’Economia, il Ministero del Lavoro, Abi e Ania.
Per rientrare nel programma occorrerà avere almeno 63 anni di età e 20 anni di contributi; maturare il diritto alla pensione di anzianità entro tre anni e sette mesi; avere una mensilità della futura pensione, al netto della rata di ammortamento per il rimborso del prestito richiesto, pari o superiore a 1,4 volte il trattamento minimo dell’assicurazione generale obbligatoria. Rispetto alle condizioni discusse in precedenza sono state inserite alcune novità, una tra tutte: il tasso d’interesse netto che verrà applicato e che dovrebbe salire dal 2,5% al 3,5%, a seguito delle variazioni di mercato.
Questa modalità di anticipo pensionistico implica la sottoscrizione di due contratti: uno con la banca e l’altro con l’assicurazione (a copertura del rischio di morte) e sarà il possibile pensionato richiedente a scegliere tra una serie di istituti o compagnie convenzionate con lo Stato, quella più vicina alle proprie esigenze. La decorrenza retroattiva sarà a valere dal 1° maggio 2017.
La somma d’anticipo verrà erogata in rate mensili mentre all’età stabilita l’Inps assegnerà la pensione al netto della rata di ammortamento comprendente la restituzione del capitale, interessi più assicurazione. Se il pensionato morisse prima di aver terminato la restituzione del prestito, l’assicurazione pagherà l’onere residuo e l’eventuale reversibilità verrà corrisposta senza alcuna decurtazione. Dopo 20 anni dal pensionamento sarà completata la restituzione e la pensione tornerà nei parametri dovuti.