Nella prima parte espositiva dei principali risultati economico-finanziari, tratti essenzialmente dai dati di rendiconto, la gestione finanziaria dei Comuni presenta un andamento delle entrate sostanzialmente stabile e caratterizzato da un’incidenza della tassazione immobiliare. Molto elevato il gettito della tassa sui rifiuti che, com’è noto, è totalmente assorbito dal costo del servizio. Di modesta entità, anche se in una dinamica in crescita, il gettito specificamente dipendente dalla leva fiscale comunale (tra cui quello dell’imposta di soggiorno), nonché dalle entrate derivanti dalla lotta all’evasione e dalle altre forme di prelievo riconosciute ai Comuni. La relazione della Corte dei conti sottolinea, inoltre, che le spese complessive in termini di impegni risultano in contrazione rispetto all’esercizio precedente (-11,15%), diversamente dai pagamenti per i quali viene registrata una rilevante crescita (+26%). All’interno di questi aggregati vanno considerati gli andamenti delle spese correnti, i cui impegni in conto competenza risultano sostanzialmente stabili rispetto all’esercizio precedente. Gli impegni di spesa per il personale evidenziano una contrazione del 3,25%, mentre si registra un trend in crescita della spesa per l’acquisto di servizi (+2,96%).
Il quadro della situazione finanziaria di Province e Città metropolitane risulta contraddistinto da persistenti criticità sul versante delle entrate, soprattutto con riferimento al gettito derivante da quelle proprie. L’analisi della spesa mette in evidenza, rispetto al 2014, un incremento degli impegni assunti sulla competenza del 22,86%, riferibile soprattutto all’aumento della spesa per gli investimenti (anche per effetto dei maggiori spazi finanziari creati dalla riduzione dell’indebitamento e, quindi, della spesa per il rimborso dei mutui) e meno alla dinamica della spesa corrente (in aumento del 12,63%).
La seconda parte della relazione della Corte dei conti, che analizza gli indicatori di stabilità finanziaria del settore sulla base degli andamenti complessivi degli equilibri finanziari, mette in evidenza una situazione di progressiva sofferenza dei Comuni, ma soprattutto delle Province e delle Città metropolitane. Nella stessa ottica è stata svolta anche una attenta analisi in relazione al Patto di stabilità per il 2015 nella sua ultima applicazione prima del passaggio alla diversa regola fiscale del pareggio di bilancio. In questo ambito, dai dati a consuntivo, risultano inadempienti 150 Comuni e 64 Province. Di interesse anche i primi esiti riferiti al monitoraggio del rispetto del pareggio alla data del 30 settembre 2016, che ha evidenziato criticità nel livello di osservanza di relativa significatività, considerando che i dati a consuntivo normalmente modificano gli andamenti tra i diversi anni. L’andamento dei debiti fuori bilancio, nell’esercizio 2015 registra un’inversione di tendenza rispetto ai periodi precedenti. Nei Comuni l’importo dei debiti fuori bilancio riconosciuti si è ridotto da 766,4 a 653,3 milioni di euro (-8,5%); nelle Province e nelle Città metropolitane è passato da 66,1 a 63,6 milioni di euro (-9,6%). Dall’analisi dei risultati di amministrazione 2015, in controtendenza rispetto al biennio precedente, emerge un considerevole aumento del numero di Enti in disavanzo in larga parte attribuibile all’applicazione delle regole della contabilità armonizzata. L’importo complessivo del disavanzo (al netto dei debiti fuori bilancio) ammonta, nei Comuni a circa 4.004 milioni di euro; nelle Province e nelle Città metropolitane è invece pari a 121 milioni di euro. Per quanto riguarda le gestioni in dissesto, l’analisi dei dati fatta dalla Corte dei conti ha messo in evidenza come queste situazioni abbiano colpito essenzialmente Comuni di piccole dimensioni.