La verifica antimafia, con la necessaria documentazione, potrà essere fatta anche successivamente all’utilizzo del credito d’imposta previsto peril Sud: lo prevede una circolare del ministero dell’Interno che di fatto sblocca una buona parte dei 6,4 miliardi di investimenti mobilitati da questa agevolazione. Lo rivela il Sole24 Ore che spiega che viene recepito così quanto chiesto da Confindustria nei mesi scorsi. In caso di verifica negativadella successiva comunicazione anti-mafia per l’impresa, l’Agenzia delle Entrate recupererà la somma.
La Circolare contiene le risposte ai quesiti formulati al riguardo dall’Agenzia delle Entrate ed evidenzia, in particolare, che se il provvedimento antimafia non è rilasciato dalla Prefettura competente entro il termine previsto dalla legge, l’Amministrazione procedente può legittimamente corrispondere i contributi, i finanziamenti e le altre erogazioni, sotto condizione risolutiva (in applicazione degli articoli 88 e 92 del c.d. Codice antimafia). Nel caso di avveramento di tale condizione, la misura del credito d’imposta da recuperare coincide con l’intero importo autorizzato.
L’avvio dell’iter per il Credito di imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno, dunque, non necessita del rilascio del certificato antimafia. Autorizzata la fruizione sotto condizione risolutiva: in caso di verifica antimafia negativa, l’Agenzia delle Entrate recupererà l’intera somma. Con una circolare del 3 luglio 2018, il ministero dell’Interno accoglie quanto chiesto da Confindustria e consente, anche senza la verifica antimafia rilasciata dalle Prefetture, di corrispondere i contributi, i finanziamenti e le altre erogazioni sotto condizione risolutiva.
La misura del credito d’imposta – per l’acquisizione di beni strumentali nuovi nel periodo dal 1° gennaio 2016 fino al 31 dicembre 2019 – da recuperare in caso di avveramento della condizione risolutiva, si conviene che dovrà trattarsi dell’intero importo autorizzato, spiega la circolare. Il chiarimento – spiega il quotidiano – blocca così finanziamenti molto attesi dalle imprese del Sud. Ed ha anche il peso di un prezioso precedente, ovvero potrebbe rappresentare un modello da seguire per l’erogazione di altri aiuti di Stato per gli investimenti delle impresi che potrebbero finire nello stesso ingorgo”.