Gioco d’azzardo nel mirino del Governo. Ci sarà un taglio drastico delle slot machine e degli annessi e connessi, a cominciare dai generalisti secondari e dai bar & tabacchi, per arrivare, in tre anni, alla riduzione delle attività nelle quali si scommette e si gioca. Questo il programma delineato dall’Esecutivo per attuare le prescrizioni del decreto pubblicato qualche giorno fa dalla Gazzetta Ufficiale, che impone la riduzione del 35% delle macchinette disseminate nella Penisola.
Approvato nella manovra di aprile, il provvedimento stabilisce infatti che le slot dovranno passare dalle attuali 400mila a circa 265mila, con un taglio di circa 135mila unità in due step: il 15% entro la fine di quest’anno, mentre il restante 19% entro il 30 aprile 2018. Ma la stretta sul gioco d’azzardo non si ferma qui. Il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, che porta la responsabilità della stretta, in vista della Conferenza Stato Regioni intende proporre anche il dimezzamento in tre anni degli attuali 98mila punti di gioco.
“L’insieme della riforma è un primo tassello – ha detto ieri Baretta a margine della tavola rotonda ‘Istituzioni e azzardo in Italia’ tenutasi a Milano – ma il riordino rappresenta, tuttavia, un’importante inversione di tendenza da parte del Governo, che deve essere consolidata perché non resti fragile.
Il dimezzamento dei punti gioco – ha spiegato – ridurrà la pressione sul territorio. Inoltre – rivolgendosi a Regioni e Comuni, ha aggiunto – è preferibile realizzate una dislocazione equilibrata che non porti a concentrazioni nelle periferie urbane. Auspico che giovedì, in sede di Conferenza unificata, si raggiunga un accordo – ha concluso Baretta – Solo così saremo in grado di occuparci di altre criticità che restano aperte. A partire dal divieto di pubblicità”.
I punti vendita oggi abilitati all’installazione delle macchine (non tutti necessariamente ne detengono attualmente) sono circa 100mila. Si tratta, nello specifico, di circa 56mila bar e oltre 13mila tabacchi. Per non parlare delle 29.600 sale e punti gioco, di cui 8mila esercizi generalisti secondati, 2.800 sale di videolottery, 200 sale Bingo 5mila sale giochi, 5.600 negozi e 8mila corner.
A regime, si legge nella proposta, sul territorio nazionale saranno presenti un massimo di 18mila sale, comprensive di quelle attualmente esistenti, e un numero massimo di 30/35mila esercizi che saranno in grado di ottenere la certificazione per la vendita di gioco pubblico. C’è da chiedersi, tuttavia: quali saranno i criteri per la selezione, chi deciderà quali esercizi dovranno essere soppressi e se avranno un ristoro quelli costretti a chiudere e/o a sbarazzarsi delle “malefiche” slot machines. Infine, un dubbio sorge spontaneo: tutto ciò non costituirà paradossalmente uno stimolo alla diffusione delle sale clandestine, un formidabile volano dell’illegalità a livello territoriale?