Nei giorni scorsi il Consiglio di Stato ha stabilito che le Amministrazioni possono bandire gare di progettazione senza prevedere un compenso per il progettista. La sentenza 4614/2017 del 3 ottobre 2017 si riferisce al caso del Comune di Catanzaro, che invece di indicare un compenso per il vincitore, ha previsto solo un rimborso spese.
Una sentenza del Consiglio di Stato, dunque, ha ribaltato la sentenza del Tar della Calabria che aveva accolto il ricorso presentato dall’Ordine degli Architetti della Provincia di Catanzaro e da altri ordini territoriali (affiancati dallo stesso CNAPPC), contro il Comune di Catanzaro per aver indetto un bando per il conferimento di incarichi professionali a titolo gratuito, salvo rimborso spese (e il compenso “simbolico” di 1 euro), per la redazione del Piano Strutturale Comunale.
In parole povere, il committente pubblico è diverso da quello privato, e può offrire al suo fornitore forme alternative di compenso, non necessariamente di tipo economico, perché, come si legge nella sentenza, l’utile finanziario “non è considerato elemento indispensabile dal diritto vivente dei contratti pubblici”. L’”aspirante contraente” può, secondo la sentenza, trovare convenienza “non già da un’utilità economica, ma solo da un’utilità finanziaria: perché l’utilità economica si sposta su leciti elementi immateriali inerenti il fatto stesso del divenire ed apparire esecutore“.
La sentenza ha suscitato le proteste dei professionisti, anche perché il Comune di Catanzaro non è l’unica Amministrazione pubblica ad aver chiesto ai progettisti di lavorare a titolo gratuito. La sentenza del Consiglio di Stato potrebbe liberalizzare la possibilità di bandire gare gratis. Ci sono infatti altri casi simili.
Qualche anno fa, il Comune di Battipaglia (Salerno) era alla ricerca di volontari che partecipassero alla redazione del PUC. Per il Nuovo stadio di Pisa, i geometri hanno pagato per realizzare un progetto gratuito, fornito dopo un corso di formazione costato 600 euro a testa. Era a titolo gratuito anche la ricerca di uno sviluppatore informatico nel Comune di Parma. Dopo questi casi, nel 2013 Inarsind ha istituito un Osservatorio.
Sempre nel 2013, il Comune di Brolo (Messina) conferiva un incarico, a titolo gratuito, per la redazione di uno studio geologico. Ci sono stati poi il Comune di Bagheria (Palermo), che offriva un euro per un progetto di riqualificazione di una scuola, Pomezia (Roma) che cercava professionalità esterne disposte a far parte dello staff del Sindaco, ‘mediante contratti di liberalità’.
Nel 2016 il Comune di Gubbio (Perugia) ha chiesto la riprogettazione in BIM (Building Information Modeling) dei lavori di realizzazione di una scuola elementare. In cambio ha offerto una sponsorizzazione, cioè la possibilità di indicare l’incarico svolto nel curriculum.
Non si è fatta attendere – e c’era da aspettarselo – la presa di posizione fortemente critica da parte dell’Oice, l’Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria. Il Presidente Gabriele Scicolone ha sottolineato: ”Innanzitutto va precisato che la sentenza riguarda un caso precedente il decreto correttivo del codice che ha vietato alle amministrazioni di prevedere come corrispettivo forme di sponsorizzazioni o rimborsi come remunerazione delle attività di ingegneria e architettura, ma è nel merito delle argomentazioni che non si può essere in alcun modo d’accordo con la sentenza”.