E’ approdato ieri in Senato il disegno di legge “Misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli Comuni, nonché disposizioni per la riqualificazione e il recupero dei centri storici dei medesimi Comuni”, approvato lo scorso 28 giugno dalla Commissione Ambiente di Palazzo Madama senza modifiche rispetto al testo licenziato dalla Camera il 28 settembre 2016. Il relatore della legge presso Palazzo Madama è stato il senatore Stefano Vaccari.
Questo provvedimento parte da una proposta di legge del presidente della Commissione Ambiente Ermete Realacci, che durante l’esame a Montecitorio è stata unificata con l’analoga mozione della parlamentare Terzoni ed è stata approvata all’unanimità dall’Aula.
Le finalità generali delle misure attengono, tra l’altro, al sostegno dello sviluppo economico, sociale, ambientale e culturale, alla promozione dell’equilibrio demografico, favorendo la residenza nei piccoli Comuni (quelli fino a 5.000 abitanti), alla tutela e valorizzazione del patrimonio naturale, rurale, storico-culturale e architettonico, nonché al sistema dei servizi essenziali, con l’obiettivo di contrastare lo spopolamento (art. 1).
I piccoli Comuni, anche in forma associata, possono istituire centri multifunzionali in cui concentrare la fornitura di una pluralità di servizi per i cittadini (in materia ambientale, sociale, energetica, scolastica, postale, artigianale, turistica, commerciale, di comunicazione e di sicurezza), nonché lo svolgimento di attività di volontariato e di associazionismo culturale (art. 2).
Si prevede l’istituzione di un Fondo per lo sviluppo strutturale, economico e sociale dei piccoli Comuni per il finanziamento di investimenti per: l’ambiente e i beni culturali; la mitigazione del rischio idrogeologico; la salvaguardia e la riqualificazione urbana dei centri storici; la messa in sicurezza delle infrastrutture stradali e degli istituti scolastici; lo sviluppo economico e sociale; l’insediamento di nuove attività produttive. Il Fondo ha una dotazione di 10 milioni di euro per il 2017 e di 15 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2018 al 2023 (art. 3).
Ai fini dell’utilizzo delle suddette risorse, si prevede la predisposizione di un Piano nazionale per la riqualificazione dei piccoli Comuni e un elenco di interventi prioritari assicurati dal Piano nazionale. I piccoli Comuni possono individuare, all’interno del perimetro dei centri storici, zone di particolare pregio, dal punto di vista della tutela dei beni architettonici e culturali, da riqualificare mediante interventi integrati pubblici e privati finalizzati alla riqualificazione urbana, nel rispetto delle tipologie e delle strutture originarie, attraverso gli strumenti previsti dalla vigente normativa statale e regionale in materia. Per la realizzazione degli interventi i Comuni possono anche avvalersi del Fondo per lo sviluppo strutturale, economico e sociale dei piccoli comuni istituito dall’art. 3.
Quanto alla tipologia dei succitati progetti integrati, si tratta, tra l’altro, di interventi di risanamento, conservazione e recupero del patrimonio edilizio da parte di soggetti privati; realizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico; manutenzione straordinaria e riuso del patrimonio edilizio inutilizzato; consolidamento statico e antisismico degli edifici storici; miglioramento dei servizi urbani. Per le suddette finalità, i comuni possono promuovere nel proprio territorio la realizzazione di alberghi diffusi, come definiti ai sensi delle disposizioni emanate dalle Regioni e dalle Province autonome.
Altre misure si riferiscono alla possibilità per i piccoli Comuni di acquisire e riqualificare immobili per contrastare l’abbandono di terreni e di edifici dismessi o degradati; acquisire stazioni ferroviarie in stato di abbandono o case cantoniere per destinarle a presidi di protezione civile, come pure sedi di promozione di prodotti tipici locali, acquisire il basamento ferroviario dismesso e non recuperabile all’attuale esercizio, principalmente per la destinazione a piste ciclabili, nonché realizzare circuiti e itinerari turistico-culturali ed enogastronomici, volti alla rinnovata fruizione dei percorsi connessi alla rete ferroviaria storica; stipulare convenzioni con le diocesi cattoliche e le rappresentanze delle altre confessioni religiose, che hanno concluso intese con lo Stato italiano, per la salvaguardia e il recupero dei beni culturali, storici, artistici e librari degli enti ecclesiastici; relativamente alle aree, nelle quali non vi è interesse da parte degli operatori a realizzare reti per la connessione veloce e ultraveloce, beneficiare delle misure (previste dalla deliberazione del Comitato interministeriale per la programmazione economica n. 65/2015) per le aree a fallimento di mercato in attuazione della Strategia italiana per la banda ultralarga, volte a favorire la diffusione delle infrastrutture in banda ultralarga; per tali finalità, inoltre, si prevede la precedenza nell’accesso ai finanziamenti pubblici previsti dalla normativa vigente per la realizzazione dei programmi di e-government e la priorità ai piccoli comuni, anche in forma associata – da parte del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione – nella individuazione delle iniziative di innovazione tecnologica per i comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti; favorire, con differenti modalità (utilizzo di reti telematiche già esistenti, convenzioni con società Poste italiane Spa) l’utilizzo dei servizi postali e dell’effettuazione di pagamenti; è prevista inoltre la possibilità dei piccoli Comuni di affidare a Poste italiane la gestione dei servizi di tesoreria e di cassa; promuovere il consumo e la commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentari provenienti da filiera corta o a chilometro utile. I piccoli comuni possono favorire il consumo e la commercializzazione di tali prodotti, supportandone l’impiego da parte dei gestori dei servizi di ristorazione collettiva pubblica.
Nei bandi di gara promossi dai piccoli Comuni per la fornitura di servizi legati alla ristorazione collettiva costituisce titolo preferenziale per l’aggiudicazione l’utilizzo dei prodotti prima richiamati, inclusi quelli biologici, in quantità superiori ai criteri minimi ambientali. I piccoli Comuni devono, altresì, predisporre specifiche aree per la realizzazione dei mercati agricoli rivolti alla vendita diretta dei prodotti, riservando prioritariamente i posteggi agli imprenditori agricoli che vendono le derrate agricole ed alimentari provenienti dalla filiera corta. I Comuni che esercitano obbligatoriamente in forma associata le funzioni fondamentali attraverso l’Unione di Comuni o l’Unione di Comuni montani dovranno svolgere le funzioni di programmazione in materia di sviluppo socio-economico e quelle che riguardano l’impiego delle risorse finanziarie necessarie, anche derivanti dai fondi strutturali dell’Unione europea. Per questo compito è fatto divieto ricorrere alla realizzazione di nuovi soggetti, agenzie o strutture dedicate.