La Corte di Giustizia europea ha chiarito, in una sentenza dello scorso 28 marzo, la questione della compatibilità con il diritto dell’Ue di una normativa nazionale che prevede l’esclusione dei soggetti nei confronti dei quali è in corso un procedimento per la dichiarazione di concordato preventivo.
Secondo i giudici europei l’art.45, par. 2, c. 1, lett. b), della direttiva 2004/18/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 31 marzo 2004, relativa al coordinamento delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori, di forniture e di servizi, deve essere interpretato nel senso che esso non osta a una normativa nazionale, come quella di cui al procedimento principale, che consente di escludere da una procedura di aggiudicazione di appalto pubblico un operatore economico che, alla data della decisione di esclusione, ha presentato un ricorso al fine di essere ammesso al concordato preventivo, riservandosi di presentare un piano che prevede la prosecuzione dell’attività.