La Pubblica amministrazione siciliana è un disastro. Duole doverlo ammettere, ma bisogna prendere atto dei risultati dell’indagine compiuta nell’ambito dell’European quality of government index che evidenziano come essa sia è tra le più inefficienti, non solo d’Italia, ma anche dell’intera Europa. Secondo l’indice europeo, la Sicilia (-1,588) occupa infatti il 185° posto tra le 206 regioni prese in esame. Peggio dell’Isola fanno soltanto Puglia (-1,604), il Molise (-1,661), il Calabria (-1,687) e la Campania (-2,242). Quattro sono invece le regioni che hanno ottenuto un punteggio superiore allo zero: Friuli-Venezia Giulia (+0,373), Valle d’Aosta (+0,653), Provincia autonoma di Bolzano (+1,005) e Provincia autonoma di Trento (+1,043). Si conferma così, anche in questo settore, il divario storico fra Nord e Sud. Tale disparità la certifica anche l’Ufficio studi della Cgia di Mestre, il quale ha stimato che, se l’Amministrazione pubblica avesse in tutta Italia la stessa qualità che possiede nei migliori territori del Paese (province di Trento e di Bolzano in testa, come detto), il Pil nazionale aumenterebbe addirittura di 2 punti percentuali all’anno, vale a dire – in termini economici – di oltre 30 miliardi di euro. L’imbarazzante punteggio riportato dalla Pubblica amministrazione isolana è il frutto di un sondaggio, rivolto a più di 85 mila intervistati (il 10% dei quali erano italiani). A decretare la sonora bocciatura, dunque, sono stati i cittadini, chiamati a rispondere su svariati quesiti relativi alla qualità dei servizi pubblici, all’imparzialità con cui essi vengono assegnati e alla corruzione. Ovviamente, la valutazione sull’efficienza della Pa si basa principalmente sulla percezione che il cittadino ha del Comune di residenza. Il fattore che fa la differenza rispetto agli enti locali settentrionali è la qualità dei servizi, ritenuti pessimi in linea di massima nonostante la sovrabbondanza di personale adibito. Secondo i dati riportati dall’Istituto per la finanza e l’economia locale (Ifel)-Fondazione Anci, ce ne sono in media 131 in ciascuno dei 387 Comuni censiti, per un totale di 50.900 tra dipendenti, dirigenti e segretari comunali. Vale a dire più del triplo rispetto alla Lombardia che, nei 1.478 Comuni censiti, conta mediamente 41 dipendenti per Comune e, per contro, porta a casa un punteggio di gran lunga migliore nell’indice europeo sulla qualità della Pubblica amministrazione. Il caso siciliano appare ancora più critico se confrontato con quello relativo a un’altra regione settentrionale, il Piemonte: qui nei 1.165 Comuni rilevati operano in media solo 25 dipendenti. Cinque volte meno rispetto a quelli dell’Isola.