Consiglio di Stato: l’annullamento di un regolamento ha effetti erga omnes e retroattivi

Con la sentenza n. 7027 del 12 agosto 2025 (Sezione III, presidente De Nictolis, estensore Santoleri), il Consiglio di Stato ha ribadito un principio consolidato in tema di efficacia dell’annullamento degli atti normativi.

Nel caso esaminato, un Comune aveva richiesto la restituzione di somme a un cittadino beneficiario di contributi economici per servizi residenziali destinati ad anziani non autosufficienti. La richiesta si basava su criteri previsti da un regolamento comunale già annullato con sentenza passata in giudicato.

Il Consiglio di Stato ha chiarito che l’annullamento di un atto normativo – come un regolamento comunale – produce effetti erga omnes e ex tunc: il provvedimento è espunto dall’ordinamento con effetto retroattivo e non può più essere applicato dall’amministrazione, nemmeno nei confronti di soggetti non coinvolti nel giudizio.

La sentenza affronta anche il tema del rapporto tra regolamento e atti applicativi. Quando questi ultimi traggono origine diretta e necessaria dal regolamento annullato, si configura un’ipotesi di “invalidità caducante”: l’illegittimità del primo travolge automaticamente anche i provvedimenti successivi, senza necessità di una nuova valutazione amministrativa.

La Sezione ha precisato che tale nesso di derivazione può sussistere anche tra procedimenti distinti, purché collegati in modo necessario e consequenziale.

Il principio conferma un orientamento giurisprudenziale già espresso in precedenti pronunce (Cons. Stato, sez. V, n. 6678/2024; n. 2730/2024; n. 46/2021; sez. III, n. 3872/2025), rafforzando la tutela dei cittadini contro l’applicazione di norme regolamentari illegittime.

Fonte: Ufficio massimario del Consiglio di Stato