Quali sono i rischi dovuti ad eventi geologici come frane, terremoti, eruzioni vulcaniche, siamo esposti nel territorio in cui viviamo? Quali risorse del sottosuolo possono essere utilizzate per rispondere al fabbisogno sempre più urgente di energia e di materie prime critiche? Ancora, quale contribuito forniscono le scienze geologiche alla transizione ecologica e agli obiettivi fissati dal Green Deal Europeo? A queste e ad altre domande potrà rispondere GeoSciencesIR, la nuova infrastruttura di ricerca per la Rete Italiana dei Servizi Geologici (RISG) che metterà a disposizione dei servizi geologici regionali e non solo, dati, servizi e strumenti necessari per lo svolgimento delle funzioni di monitoraggio e controllo nei diversi ambiti delle scienze della Terra. Il progetto GeoSciencesIR – finanziato dal MUR nell’ambito del PNRR – sarà avviato ufficialmente questo pomeriggio a Roma, in occasione della Giornata internazionale per la riduzione dei disastri naturali. Sedici i partner coinvolti: 13 Università (Università degli Studi dell’Aquila, Università degli Studi di Bari, Università degli Studi di Cagliari, Università degli Studi dell’Insubria, Università degli Studi Milano Bicocca, Università degli Studi del Molise, Università degli Studi di Napoli Federico II, Università degli Studi di Palermo, Sapienza Università di Roma, Università degli Studi di Salerno, Politecnico di Torino, Università degli Studi di Trieste, Università degli Studi della Tuscia) e 3 Enti di Ricerca (Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale, Istituto nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale, Consiglio Nazionale delle Ricerche). GeoSciencesIR si concentrerà su 12 temi prioritari: attività estrattive, difesa del suolo, uso e consumo di suolo, sinkholes, fenomeni franosi, tettonica attiva, patrimonio geologico, geologia marina, Copernicus e servizi di geologia operativa, modellazione geologica 3D, cartografia geologica e geotematica, banche dati, metadati e servizi. I lavori, partiti il 1° ottobre 2022, avranno una durata di 30 mesi al termine dei quali l’infrastruttura diventerà operativa.
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Fonte: ISPRA