Il visitatore che, per diletto o necessità, si trovasse a passare per Esino Lario, paesino di 747 abitanti abbarbicato a 919 metri di quota sulle montagne lecchesi, distante 12 chilometri di stretti tornanti da Varenna, nella Val d’Esino, assisterà a una singolare scena: una serie di cartelli recanti cifre stampate costellano le vie del borgo. 200mila euro per accaparrarsi il palazzo municipale, poco di più per piazza Caprera. E chi volesse aggiudicarsi le stazioni della via Crucis dovrebbe sborsare 600mila euro. Il parco giochi viene ceduto a 13 mila euro, le panchine a 280 euro l’una. «Compreresti un pezzo di Esino Lario?», si legge sui cartelloni- etichetta con tanto di codice a barre e rimando al sito vendesiesino.it, accanto ai monumenti in saldo.
Di portata straordinaria e suscettibile di far eco a livello mediatico, l’iniziativa è stata lanciata dal Primo cittadino, Pietro Pensa, per denunciare lo stato di grave difficoltà in cui versa l’amministrazione del suo comune, abbandonato senza risorse e, ovviamente, assillato dallo spopolamento. Tutto ciò nonostante sia stato scelto nel 2016 come sede del Raduno Internazionale di Wikipedia. Appuntamento che ha attirato da tutto il mondo 1200 persone. Chiara e forte la motivazione che ha guidato la mano coraggiosa di Pietro Pensa: “Con questo messaggio mi faccio portavoce di una situazione che accomuna tutti i Sindaci delle piccole realtà come la nostra. Si prova a resistere con tutte le forze, ma manca la consapevolezza, l’attenzione e le risorse necessarie ad affrontare i problemi che non dipendono dai singoli paesi. Ecco perché ho deciso di accettare una sfida forte per il bene di tutti: metto in vendita Esino Lario. Sono convinto che il futuro dei Comuni possa essere garantito solo attraverso maggiori servizi e maggiori risorse, anche se questo vuol dire sacrificare parte del nostro amato patrimonio. Grazie”.