Rinnovi contrattuali della Pubblica Amministrazione e sblocco delle grandi opere. Matteo Renzi al termine del Consiglio dei ministri del 28 luglio ha annunciato l’approvazione di un nutrito pacchetto di decreti attuativi della riforma Madia. “E’ venuto il momento di sanare un’ingiustizia e il governo è pronto a mettere più denari”, ha detto il premier parlando dei rinnovi contrattuali degli statali, che sono senza aumento di stipendio ormai da sette anni.
Dal Cdm è arrivato anche il sì all’accorpamento della Forestale nell’arma dei Carabinieri e a nuovi meccanismi per slegare le nomine dei dirigenti sanitari dall’influenza del politico di turno. L’apertura di Renzi sui rinnovi dà forza a una trattativa appena iniziata: “Deve aprire una stagione nuova nei rapporti con i dipendenti della pubblica amministrazione, ma sia chiaro che chi lavora in P.a deve essere premiato e chi fa il furbo va punito”.
Il decreto che taglia la burocrazia per le grandi opere è perciò pronto, secondo quanto si apprende da fonti ministeriali, a ricevere il via libera dal Consiglio dei ministri. Si tratta di un regolamento, attuativo della riforma Madia, che ha l’obiettivo di velocizzare le pratiche amministrative, con una riduzione fino al 50% dei tempi. Non solo, in caso di stallo c’è la possibilità di ricorrere ai poteri sostitutivi del premier.
Atteso in Cdm anche il riordino delle autorità portuali, le attuali 24 saranno assorbite da 15 autorità di sistema. Il terzo provvedimento attuativo della riforma della P.a, in arrivo sul tavolo di palazzo Chigi, prevede il riassetto della dirigenza medica. Lo scopo è limitare la discrezionalità nelle nomine dei manager delle Asl, con le Regioni che dovranno pescare da un elenco ad hoc, stilato in base a requisiti oltre che professionali anche di età (fuori gli over65).