Mentre Francia e Spagna sono contrari all’idea di permettere lo sbarco dei migranti soccorsi nel Mediterraneo centrale nei loro porti la Commissione Ue é al lavoro per preparare alcune “misure concrete” sul dossier migranti, dopo l’incontro dei ministri dell’Interno di Francia, Germania, e Italia e del commissario Ue Dimitris Avramopoulos a Parigi di domenica, ed in vista dell’incontro informale dei ministri dell’Interno Ue di giovedì a Tallin. Le misure saranno discusse al collegio dei commissari domani, martedì. Lo annuncia un portavoce della Commissione europea.
In questo quadro l’Onu non prevede un calo del flusso misto di migranti e rifugiati che giungono in Europa via mare: “le indicazioni di cui disponiamo non denotano un rallentamento degli arrivi in Libia, il che significa che un più ampio numero di persone potrebbe continuare a provare di lasciare il paese tramite la rotta del Mediterraneo centrale”. Lo ha detto l’inviato speciale dell’Unhcr per il Mediterraneo centrale, Vincent Cochetel, ricordando che dall’inizio dell’anno 84.830 migranti e rifugiati sono giunti in Italia via mare con un aumento del 19% rispetto all’anno scorso.
Il flusso di migranti e rifugiati in Libia è misto e “stimiamo che circa il 30% delle persone che attraversano il Mediterraneo hanno bisogno di protezione internazionale. Il resto delle persone cha attraversano il Mediterraneo sono migranti economici”, ha aggiunto Cochetel presentando lo studio ‘Mix migrations trend in Libya’, pubblicato ieri a Ginevra. Cochetel ha inoltre ribadito l’appello per una maggiore solidarietà con l’Italia, solidarietà in termini di risorse finanziarie ma anche per l’attuazione graduale di un “meccanismo di sbarco regionale” affinché l’Italia non sia sola.
Secondo il rapporto la metà delle persone che giungono in Libia sperano di trovarvi un lavoro, ma decidono di raggiungere l’Europa per fuggire dall’insicurezza, le difficili condizioni economiche, lo sfruttamento e gli abusi diffusi nel Paese nord-africano. Lo studio sottolinea la diversità delle origini e delle motivazioni degli stranieri che giungono e ripartono dalla Libia nel contesto di tali flussi migratori misti, spesso con l’aiuto di contrabbandieri criminali e di bande criminali. Essi includono, tra gli altri, rifugiati, richiedenti asilo, migranti economici, minori non accompagnati, migranti ambientali, vittime della tratta e migranti rimasti bloccati nel Paese, spiega un comunicato. I profili e le nazionalità sono cambiati negli ultimi anni, con una netta diminuzione delle persone originarie dell’Africa orientale e un aumento di quelle provenienti dall’Africa occidentale, ora pari a ben oltre la metà delle persone giunte in Europa attraverso la rotta del Mediterraneo centrale.
L’Unhcr prevede di ampliare le sue attività in Libia per rispondere alle crescenti esigenze umanitarie e di protezione dei rifugiati, dei richiedenti asilo e dei libici colpiti dal conflitto in corso.