Si è svolta il 15 gennaio a Roma la presentazione del Fondo nazionale per l’efficienza energetica. L’occasione ha avviato un un primo confronto con le parti interessate, sulla base di nuove regole operative. Il Fondo, previsto dal Decreto legislativo n. 102 del 4 luglio 2014 per l’attuazione della direttiva europea sull’efficienza energetica, è teso a mobilitare maggiori risorse private per la realizzazione di nuovi interventi realizzati da imprese, ESCO e Pubblica amministrazione su edifici, impianti e processi produttivi, integrando gli strumenti di incentivazione rivolti al raggiungimento degli obiettivi nazionali di sostenibilità energetica.
Il Fondo, di natura rotativa, si articola in una sezione per la concessione di garanzie su operazioni di finanziamento pari al 30% delle risorse disponibili (di cui una parte riservata agli interventi riguardanti reti o impianti di Teleriscaldamento e Raffrescamento) e in una sezione per l’erogazione di finanziamenti a tasso agevolato pari al 70% delle risorse disponibili (di cui il 20% riservato agli interventi a favore delle Pubbliche amministrazioni).
La dotazione stimata, al 31 dicembre 2020, è di 310 milioni di euro (185 milioni di euro già impegnati) e potrà essere incrementata con versamenti volontari da parte di altre Amministrazioni centrali e regionali, Enti ed Organismi pubblici, nonchè organizzazione no-profit. In riferimento all’operatività è stato avviato un confronto con diversi stakeholder che proseguirà sulla base della proposta di regole operative messe a punto insieme ad Invitalia.
Il Fondo è “uno strumento atteso da più di 4 anni – ha sottolineato il sottosegretario allo Sviluppo economico con delega all’energia, Davide Crippa – fondamentale per rimuovere le barriere finanziarie che limitano la realizzazione di interventi di efficienza energetica da parte delle imprese e della Pubblica amministrazione. Oltre ad un’azione di garanzia nei confronti degli investitori, grazie al Fondo si prevede una mobilitazione di investimenti nel settore dell’efficienza energetica di oltre 1,7 miliardi di euro con le risorse già disponibili ed un effetto leva previsto pari a 5,5 con relativa creazione di posti di lavoro nel settore e opportunità per l’indotto”.
Il Fondo sostiene gli interventi di efficienza energetica realizzati dalle imprese e dalla Pubblica amministrazione su immobili, impianti e processi produttivi. Nello specifico riguarda: la riqualificazione energetica degli edifici; la riduzione dei consumi di energia nei processi industriali; l’efficientamento di servizi ed infrastrutture pubbliche, inclusa l’illuminazione pubblica; la realizzazione e l’ampliamento di reti per il teleriscaldamento. I soggetti interessati potranno presentare le proprie osservazioni, sul sito dedicato, entro il 25 gennaio 2019.
L’efficienza energetica rappresenta sempre un’opportunità per aumentare la sicurezza, ridurre la spesa, dare nuovo impulso alle filiere produttive che operano nel settore. Per quanto riguarda l’ambito industriale, maggiore efficienza può essere raggiunta anche attraverso interventi di energy saving, recuperando parte dell’energia dispersa durante i processi attraverso fumi di scarico e vapore per riutilizzarla in altri procedimenti termici o cedendola all’esterno per il teleriscaldamento. I consumi del settore civile sono invece soprattutto dovuti ad un alto grado di inefficienza delle utenze, sia per il fabbisogno termico che per quello elettrico.
L’illuminazione pubblica è poi una delle voci più consistenti nell’ambito della spesa energetica dei Comuni. Un costo che può essere gestito in modo efficiente, conseguendo importanti riduzioni dei consumi energetici, riqualificando gli impianti. Il processo di restyling energetico dell’illuminazione pubblica comporta per le Amministrazioni considerevoli benefici in termini di riduzione dei consumi e quindi anche dei relativi oneri. Il rapido sviluppo delle tecnologie del settore rende questo investimento sempre più interessante. La diminuzione del prezzo dei Led, per esempio, permette di ridurre i tempi di rientro della spesa in un periodo che va dai 3 ai 5 anni.