Sì della Cassazione alla “stepchild adoption”, ma solo in casi particolari. Ieri la prima sezione civile della Suprema Corte si è pronunciata sul tema con la sentenza 12962/16, respingendo il ricorso del procuratore generale e confermando la sentenza della Corte di Appello di Roma con la quale è stata accolta la domanda di adozione, proposta dalla partner della madre, di una minore. Le due donne che convivono in modo stabile, sono diventate madri grazie alla fecondazione eterologa effettuata in Spagna.
Secondo quanto stabilito dalla Cassazione, spiega una nota, questa adozione “non determina in astratto un conflitto di interessi tra il genitore biologico e il minore adottando, ma richiede che l’eventuale conflitto sia accertato in concreto dal giudice”. Per la Suprema Corte, l’adozione “prescinde da un preesistente stato di abbandono del minore e può essere ammessa sempre che, alla luce di una rigorosa indagine di fatto svolta dal giudice, realizzi effettivamente il preminente interesse del minore”.