Il Consiglio di Stato ha messo un punto fermo sulla controversa questione della proroga delle concessioni per la raccolta del bingo, dichiarando l’incompatibilità della normativa italiana con il diritto eurounitario. In una sentenza (la n. 7807 del 6 ottobre 2025), i giudici della Settima Sezione hanno stabilito la necessità di disapplicare le norme che avevano esteso l’efficacia temporale di tali concessioni in cambio di un aumento del canone mensile.
La decisione si basa sull’articolo 43 della direttiva europea 2014/23/UE, che disciplina in modo esaustivo le ipotesi in cui le concessioni possono essere modificate senza la necessità di bandire una nuova gara. Secondo il Consiglio di Stato, la norma italiana (l’articolo 1, comma 1047, della legge n. 205 del 2017) viola tale direttiva, introducendo di fatto una proroga non prevista dalle regole europee.
L’obbligo di nuove gare e la ridefinizione dei rapporti
La sentenza ha un effetto immediato e vincolante. Il Consiglio di Stato ha chiarito che, come conseguenza della disapplicazione della norma, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) ha l’obbligo di procedere con immediatezza all’indizione delle gare per l’assegnazione delle concessioni.
In attesa delle nuove procedure, i rapporti tra l’ADM e gli attuali gestori, qualificati come “rapporti di fatto”, dovranno essere ridefiniti. L’ADM dovrà ricalcolare le condizioni del rapporto di concessione in modo da garantire l’equilibrio originario, tenendo conto dei vantaggi e degli svantaggi subiti da tutte le parti coinvolte, in un’ottica onnicomprensiva e di reciprocità.
Il rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia UE
La decisione finale del Consiglio di Stato arriva dopo un passaggio fondamentale davanti alla Corte di giustizia dell’Unione europea. Nel corso del giudizio, infatti, la Settima Sezione aveva sollevato una questione interpretativa sul potere di modifica unilaterale delle concessioni di gioco in caso di proroga tecnica. La Corte di giustizia Ue, con la sentenza del 20 marzo 2025 (causa C-729/22 e quelle riunite), ha fornito il quadro interpretativo che ha poi guidato la decisione del Consiglio di Stato.
Fonte: Ufficio Massimario del Consiglio di Stato