Come orientarsi nella rendicontazione sostenibile in modo corretto, credibile e verificabile? E
come interpretare gli indicatori e i dati ambientali alla luce delle sfide lanciate dal nuovo quadro
legislativo europeo? È per rispondere a questi e altri quesiti che ISPRA – come si legge in un comunicato dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – mette in campo una
‘bussola’ per la finanza sostenibile. Primo nel suo genere, il documento tecnico elaborato
dall’ISPRA, spiega come produrre un’informazione ambientale aiutando le aziende e gli operatori
finanziari a collocarsi nel complesso mondo della sostenibilità ambientale, alla luce della normativa
europea sulla rendicontazione di sostenibilità. Il documento, inoltre, rappresenta uno strumento
utile anche per analizzare in maniera autonoma i rischi fisici derivanti da frane, alluvioni ed eventi
estremi.
Presentato oggi a Roma, il documento ISPRA “La sfida ambientale per la finanza sostenibile.
Metodologie, informazioni e indicatori ambientali” che l’Istituto ha fortemente voluto,
contribuirà a sostenere aziende e operatori nel colmare quel gap “dell’ultimo miglio”, cioè la
misurazione del proprio livello di sostenibilità, producendo un’informazione basata su dati
scientificamente validi e quindi corretta e attendibile, utile per contrastare il greenwashing e i
rischi che comporta dal punto di vista ambientale e finanziario. Il documento dà seguito alle
indicazioni di lavoro che il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha assegnato
all’ISPRA, in particolare per lo sviluppo di attività di supporto all’implementazione di norme in
materia di finanza sostenibile, ed è coerente con quanto portato avanti dal Ministero
dell’Economia e delle Finanze nell’ambito del tavolo nazionale sulla finanza sostenibile.
Con la nuova pubblicazione, ISPRA, per legge soggetto pubblico di riferimento nazionale, titolare
dei dati e delle informazioni statistiche ambientali ufficiali, mette a disposizione il proprio
potenziale di competenze e riunisce in un unico documento 29 indicatori, selezionati sulla base
delle normative europee di riferimento, necessari per determinare l’impatto ambientale delle
diverse attività. Da sempre basate su standard riconosciuti a livello europeo e internazionale, le
metodologie proposte dall’Istituto mirano a rendere le imprese autonome nella realizzazione del
proprio bilancio green e a consentire il confronto delle proprie performance ambientali con quelle
delle di altri operatori.
Ogni scheda indicatore contenuta nel documento, che ha visto il coinvolgimento di più di 100
esperti dell’Istituto, contiene una descrizione analitica di come arrivare a generare l’informazione
ambientale richiesta. Sono indicate le procedure metodologiche, le modalità di computazione e le
fonti informative pubbliche, in alcuni casi anche degli applicativi web da consultare per accedere
all’ informazione geo-referenziata e procedere ad un’autovalutazione a partire dalla localizzazione
geografica. Ad esempio, nell’ambito della gestione dei rifiuti, il documento non solo indica in che
modo devono essere classificati e la normativa di riferimento, ma fornisce anche gli strumenti per
individuare il dato e arrivare all’informazione finale. Ancora, per l’inquinamento atmosferico sono
stati elaborati dei fogli di calcolo con fattori di emissione per settori e sottosettori tecnologici, in
modo da poterle calcolare a partire dai dati di attività (produzione e consumo).
Non solo, il documento dell’ISPRA fornisce l’indicazione per analizzare i rischi fisici derivanti da
frane e alluvioni: attraverso un toolkit appositamente realizzato sulla piattaforma IdroGeo,
l’azienda che opera in un determinato territorio può procedere a una prima autovalutazione
effettuando l’indagine sul sito di interesse: basta inserire le coordinate geografiche per rilevare la
propria esposizione a rischi idraulici o franosi.
L’ISPRA, con il documento tecnico, intende facilitare il lavoro assegnato alle imprese italiane
(quelle interessate passeranno da 200 a più di 4.000, senza considerare quelle coinvolte
indirettamente nelle filiere di valore e di fornitura), accompagnandole in un percorso che le vede
fra i protagonisti della rivoluzione sostenibile, ora anche insieme alla Finanza.
Fonte: ISPRA