Nell’ambito del progetto Marine Ecosystem Restoration (MER) è stata assegnata la gara d’appalto per mappare gli habitat costieri della costa, un’iniziativa innovativa nell’ambito del PNRR. L’ISPRA ha selezionato il consorzio guidato da Fugro per utilizzare la sua tecnologia all’avanguardia per la mappatura degli ambienti costieri, un approccio rivoluzionario che è destinato a trasformare la conservazione e gli sforzi per il ripristino degli ecosistemi marini.
Le attività di rilievo verranno condotte sul territorio costiero nazionale e prevedono la mappatura delle praterie di Posidonia oceanica e Cymodocea nodosa, utilizzando sensori all’avanguardia, tra cui LiDAR e sensori ottici aviotrasportati, gravimetria aerea (tecnica che utilizza sensori che misurano la gravità per un maggior dettaglio) e sensori satellitari, arrivando a coprire una superficie di 10.200 km2, una tecnologia multibeam e l’impiego di 1 veicolo sottomarino per l’osservazione di 4000 km. di costa.
Il progetto prevede inoltre una mappatura della fascia costiera fino a 800 m. a partire dalla linea di costa verso l’interno con sensori ottici e gravimetro. Con questo intervento, che si svolgerà in 3 sotto-regioni costiere (Mar Mediterraneo Occidentale, Mar Ionio e Mare Mediterraneo Centrale, Mare Adriatico), il progetto MER mira a rafforzare il Sistema Nazionale di Osservazione degli ecosistemi marini e costieri avviando una campagna di monitoraggio delle coste dell’Italia che restituirà dati ad altissima risoluzione migliorando il processo decisionale dei governi locali per la protezione degli habitat e delle specie marine di interesse conservazionistico.
“Con l’avvio delle procedure per i rilievi LiDAR, nell’ambito del piano MER del PNRR, l’Ispra potrà creare l’Atlante digitale dei mari per custodire la biodiversità. Prende il largo il più grande progetto di mappatura e ripristino degli ecosistemi marini, un laboratorio di restauro degli habitat e osservatorio dei fondali che traccerà la rotta per futuri interventi. È stato infatti sottoscritto da Ispra, nell’ambito del progetto MER, il verbale di consegna e avvio delle prestazioni in via d’urgenza con l’operatore economico RT per lo svolgimento delle attività riguardanti i rilievi LiDAR batimetrici e le indagini geofisiche di completamento”, lo comunica l’Ispra in una nota.
Sono stati stipulati tutti gli accordi per realizzare i campi di ormeggio che costituiscono uno strumento per la tutela degli habitat di pregio marino costieri e che consentono la mitigazione e l’eliminazione del disturbo legato all’ancoraggio e al conseguente danneggiamento dei fondali. Ispra ha approvato 18 progetti che coinvolgono aree marine protette, Parchi Nazionali e 29 Zone Speciali di Conservazione secondo l’UE, dove verranno installati entro il 2026, 91 campi ormeggio per un totale di 1769 ormeggi. La realizzazione di aree di sosta precostituite quali i campi ormeggio, dove è vietato l’ancoraggio sul fondo marino, con gavitelli assicurati al fondale da sistemi a basso impatto ambientale e visivo sarà progettata a tutela delle zone con fondali sensibili delle aree con presenza di specie bentoniche protette e di interesse comunitario.
E’ stata inoltre aperta la procedura per affidare il servizio di rimozione e conferimento delle cosiddette “Ghost Nets”, le reti fantasma e tutti gli attrezzi da pesca abbandonati in mare. I dati ISPRA mostrano che l’86,5% dei rifiuti in mare è legato alle attività di pesca e il 94% di questi sono reti abbandonate, ecco perché l’Istituto ha avviato le attività di monitoraggio per identificare con precisione i siti critici per la rimozione di questi oggetti e preservare la flora e la fauna locale: una procedura che coinvolgerà una squadra di subacquei specializzati e che prevederà l’impiego di strumentazioni avanzate come ROV, Multibeam e Side Scan Sonar. Le operazioni subacquee saranno condotte tra i 20 e i 70 m. di profondità, nel rispetto di un piano di sicurezza. Il piano, che include la rimozione, la raccolta, trasporto, smaltimento e riciclo degli attrezzi da pesca e acquacoltura abbandonati, durerà 28 mesi, con scadenza il 30 giugno 2026, un passo significativo nella tutela dell’ ecosistema marino.
È stato avviato anche l’allevamento di 1 mln. di larve di ostriche in vista della ricostruzione dei banchi di ostrica piatta europea in 5 regioni italiane: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Marche e Abruzzo. A livello globale, si stima che l’85% dei banchi naturali di ostriche sia andato perduto, rendendo questo habitat uno dei più minacciati al mondo. Le ostriche hanno la capacità di costruire veri e propri reef calcarei, cioè l’equivalente, alle nostre latitudini, delle scogliere coralline tropicali, per questo sono chiamate “ingegneri ecosistemici”.
A breve sarà pubblicato il bando di gara per la fornitura della nave da ricerca oceanografica, frutto di un lavoro congiunto svolto grazie alla preziosa collaborazione con la Marina Militare, 1 unità dotata di tecnologie all’avanguardia in grado di svolgere attività di monitoraggio in acque profonde con ROV (Remote Operating Vehicle fino a 4.000 m di profondità), AUV (Automated Unmanned Vehicle fino a 3000 m di profondità) e strumenti acustici ad altissima risoluzione, il tutto utilizzando tecnologie sostenibili quali la propulsione diesel-elettrica, certificazione di classe green-plus e una certificazione di classe silenziosa per garantire un monitoraggio affidabile del rumore sottomarino. E’ infine in costruzione la piattaforma che consentirà la fruibilità di tutte le informazioni e i dati acquisiti con il progetto MER e consentirà di valutare la sostenibilità delle attività marine e di pianificare le misure di mitigazione necessarie per affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici del Mar Mediterraneo
Fonte: ISPRA