Buone notizie sul fronte infrastrutture. Secondo il MIT, che ha condotto una dettagliata ricognizione dello stato dell’arte delle opere pubbliche incompiute, con dati aggiornati al 31 dicembre 2018 e al 30 giugno 2019. L’indagine annuale ha visto impegnati operativamente il Ministero, le Regioni, le Province autonome e ITACA. Dalla rilevazione emerge una contrazione del numero delle opere incompiute rispetto all’anno scorso, che risultano essere 546 (- 15,6%) contro le 647 del 2018. Si conferma così la tendenza positiva, registrata negli ultimi due anni, di una ripresa dei lavori di completamento delle opere. Ciò grazie anche all’effetto prodotto dalle nuove disposizioni in materia di programmazione dei lavori pubblici (DM n.14/2018) che impegnano le amministrazioni nell’individuazione di soluzioni adeguate e tempestive per il superamento della problematica concernente le opere incompiute. Gli elenchi anagrafe delle opere pubbliche incompiute, aggiornati al 31 dicembre 2018, sono pubblicati nella pagina https://www.serviziocontrattipubblici.it/SPInApp/it/works_unfinished.page .
Scorrendo la relativa tabella, emerge che complessivamente le 546 opere incompiute sono costate finora 4.068.090.161,43. Per il loro completamento (ultimazione dei lavori) occorrerebbero 1.971.240.982,12. Le Amministrazioni più virtuose, secondo i dati della ricognizione, sono le Province autonome di Trento e Bolzano, con 0 opere incompiute, seguite da Valle d’Aosta (2), Friuli Venezia Giulia (3) e Liguria. La maglia nera va invece a Sicilia, con 154 opere incompiute, Sardegna (80) e Puglia (41).