La Puglia è in campo per l’economia circolare. Dati positivi a conferma di questo trend virtuoso emergono dall’XI edizione del rapporto Comuni Ricicloni Puglia 2018 che fotografa e premia le performance dei Comuni in tema di gestione sostenibile dei rifiuti, realizzato da Legambiente Puglia in collaborazione con l’Assessorato alla Qualità dell’Ambiente della Regione Puglia e di Anci Puglia. I numeri parlano chiaro. 55 Premi Comuni Ricicloni, 29 Premi di Seconda Categoria, 22 Menzioni Speciali Teniamoli d’Occhio, 7 Menzioni Speciali Start Up. Tra i ricicloni sono 4 i Comuni Rifiuti Free: Bitritto, Faggiano, Bitetto e Roseto Valfortore, dove ogni abitante contiene la produzione di secco residuo al di sotto dei 75 Kg all’anno. Tra new entry e riconferme, Lecce e Brindisi entrambe premiate, si candidano a diventare Capoluoghi di Provincia Ricicloni, dopo Andria e Barletta. Sale al 50,5% la media percentuale regionale di raccolta differenziata e diminuisce lo smaltimento in discarica fino al 43% dei rifiuti urbani prodotti.
«In questa edizione – commenta Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia – aumentano i Comuni virtuosi e grazie al loro lavoro meritorio, che oggi premiamo, la media percentuale regionale di raccolta differenziata è cresciuta di ben dieci punti percentuali rispetto allo scorso anno e di conseguenza si è ridotta la quantità di rifiuti urbani smaltita in discarica. Tuttavia, gli sforzi dei Comuni ricicloni rischiano di vanificarsi di fronte alla carenza impiantistica e all’assenza della filiera del riciclo, importante per valorizzare le frazioni differenziate. Nulla di nuovo si è concretizzato in merito alle priorità di realizzazione dell’impiantistica necessaria al trattamento della frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata. Da anni sosteniamo l’urgenza di chiudere e rendere sostenibile un ciclo dei rifiuti, ostaggio di un’eterna emergenza sempre dietro l’angolo. Per rendere virtuosa e circolare l’economia in Puglia serve ridurre la produzione dei rifiuti, interrompere l’uso delle discariche, realizzare la rete degli impianti di selezione, trattamento e riciclo, e responsabilizzare i cittadini attraverso una capillare informazione».
L’XI edizione di Comuni Ricicloni Puglia è stata presentata a Bari alla presenza di Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, Antonio Decaro, presidente di ANCI, Giovanni Francesco Stea, assessore alla Qualità dell’Ambiente Regione Puglia, Domenico Vitto, presidente di ANCI Puglia, Fiorenza Pascazio, presidente di AGER e Delegata Ambiente e Rifiuti ANCI Puglia, Gianfranco Grandaliano, direttore generale di AGER Puglia, Fabio Costarella, responsabile Progetti Territoriali Speciali CONAI e Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente.
Da notare che la novità di questa edizione è Io Sono Legale, premio assegnato a quelle Amministrazioni che conducono un’intensa attività di contrasto al fenomeno del sacchetto selvaggio, ossia all’incivile abbandono dei rifiuti nelle campagne e nelle periferie delle città. Ricevono il premio i Comuni di Bari, Manfredonia e Lecce. Nel capoluogo pugliese, ad esempio, il gruppo di polizia locale che si occupa del rispetto del corretto conferimento dei rifiuti ha elevato nell’ultimo bimestre ben 1300 sanzioni su tutto il territorio cittadino.
«Il ruolo dei Comuni nel portare l’attuale sistema di gestione dei rifiuti sempre di più verso l’economia circolare è fondamentale – ha concluso il direttore generale di Legambiente, Giorgio Zampetti – le amministrazioni locali sono le uniche in grado di indirizzare i propri concittadini verso pratiche virtuose di prevenzione, raccolta e riciclo. E’ importante però che siano inserite in un contesto di normative regionali e nazionali e di piani d’ambito che sostengano questa direzione, prevedendo gli strumenti necessari come la tariffazione puntuale, sistemi di premialità per sfavorire il conferimento in discarica e incentivare il recupero di materia, la raccolta porta a porta e serie politiche di riduzione della produzione dei rifiuti. Al tempo stesso gli amministratori possono, attraverso scelte consapevoli e obbligatorie (come il Green Public Procurement), incidere in maniera significativa sulla diffusione dei ri-prodotti e nello sviluppo di una vera e propria economia circolare, scelta ancora più urgente vista anche la chiusura del mercato cinese all’importazione dei rifiuti».