Nei venti capoluoghi chiamati al voto si è registrata l’avanzata del centrodestra trainata dalla Lega. Infatti, sui sei Sindaci eletti al primo turno, tre sono di centrodestra (Vicenza, Treviso, Catania), uno di centrosinistra (Brescia), due civici (Barletta, Trapani), mentre 14 città vanno al ballottaggio (12 con un candidato di centrodestra). Quanto ai primi cittadini già eletti, a Vicenza il candidato di centrodestra Francesco Rucco è il nuovo Sindaco della città in precedenza guidata dall’ex primo cittadino del Pd, Achille Variati. Mario Conte si afferma invece a Treviso. Il centrosinistra perde anche Barletta, dove al primo turno è stato eletto Cosimo Damiano Cannito appoggiato da diverse liste civiche, mentre regge a Brescia dove il primo cittadino uscente, Emilio Delbono, è stato confermato a pieni voti. Quasi un plebiscito, poi, per il neo Sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, esponente del centrosinistra che si è presentato con una lista civica. Rilevante il dato di Roma, laddove emerge la sconfitta del Movimento 5 stelle nei due municipi in cui si è votato.
Da segnalare l’analisi del fenomeno dell’astensionismo sviluppata dall’Istituto Cattaneo il quale evidenzia che gli elettori del Sud continuano ad attribuire al voto locale una particolare importanza, differentemente dagli elettori del Nord. “L’astensionismo – scrivono i ricercatori – risulta leggermente meno pronunciato nel Mezzogiorno, grazie al voto di preferenza e alla possibilità di far valere legami anche e soprattutto personali con i vari candidati in lizza, ma tale tendenza è oggi meno marcata che nel passato”. Entrando nel merito, spiegano: “Dei nove Comuni capoluogo in cui la partecipazione elettorale supera il 60% (nell’ordine, da quello a maggiore partecipazione a quello a minore partecipazione: Avellino, Teramo, Barletta, Messina, Siena, Imperia, Viterbo, Massa e Brindisi), quattro sono del Sud – Avellino (71,2%), Barletta (66,1%), Messina (65,0%) e Brindisi (60,7%) – due del centro – Teramo (67,2%) e Viterbo (62,7%) – e soltanto tre tra la cosiddetta ‘Zona rossa’ – Siena (63,1%) e Massa (62,4%) – e il Nord Italia, con la sola Imperia al 62,8% di partecipazione elettorale. In altre parole, l’astensionismo parrebbe risultare (leggermente) meno pronunciato proprio nel Mezzogiorno”.