Le piogge dell’ultimo periodo, le riserve idriche in Italia, rimangono ‘più che dimezzate’.
Il 2017 è stato infatti l’anno più secco degli ultimi due secoli nel nostro paese. Lo riferisce l’Anbi, l’associazione nazionale dei consorzi di bacino. “Va considerato che è caduta neve in montagna e quindi il prossimo futuro delle disponibilità idriche in Italia dipenderà moltissimo dall’andamento climatico e dai tempi di scioglimento dei manti nevosi – fanno sapere all’Anbi -. Rimane ferma comunque la strutturale insufficienza della rete di bacini, soprattutto al Nord, la cui capacità complessiva non permette di trattenere più dell’11% dei circa 300 miliardi di metri cubi di acque meteoriche, che annualmente cadono sull’Italia”.
Al Nord i laghi sono sotto la media stagionale, e il lago Maggiore ha toccato il minimo storico: le sue acque raggiungono solo il 5,5% della capacità di riempimento.
Per quanto riguarda gli invasi di competenza dei Consorzi di bonifica (quindi, principalmente a scopo irriguo), esemplare è la situazione dell’Emilia Romagna. Oggi ci sono poco più di 1 milione di metri cubi d’acqua (1,19): l’anno scorso erano quasi 2 milioni e mezzo (2.34), nel 2010 quasi 7 milioni (6,80). La situazione è grave anche al Sud, le cui riserve sono almeno dimezzate rispetto agli anni scorsi. In Basilicata oggi ci sono 112,45 milioni di metri cubi: erano 340,89 l’anno scorso e 665,20 nel 2010. In Calabria si registrano oggi 2,73 milioni di metri cubi, contro 11,73 l’anno scorso e 19,40 nel 2010. In Puglia ci sono 102,38 milioni di metri cubi, contro 254,60 l’anno scorso e 232,70 nel 2010. Per Francesco Vincenzi, presidente dell’ANBI, “i dati confermano le preoccupazioni per una situazione che sta rivelandosi complessa e non contingente. Va quindi data concreta operatività a scelte infrastrutturali capaci di aumentare la resilienza del territorio, aprendo i cantieri del Piano Irriguo Nazionale (i Consorzi di bonifica hanno presentato progetti definitivi ed esecutivi per circa un miliardo di euro a fronte dei 300 milioni disponibili) e del Piano Nazionale Invasi (proposto da ANBI ed assunto dal Governo in Legge di Stabilità, destinandovi 50 milioni di euro all’anno per 5 anni)”.