Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato e promulgato la legge che modifica il codice antimafia, ma ha anche evidenziato alcuni aspetti critici nel testo. Tant’è che ha scritto al premier, Paolo Gentiloni, per segnalargli alcuni “profili” del provvedimento che suscitano perplessità, nonchè per sottolineare la necessità che “il Governo proceda a un attento monitoraggio degli effetti applicativi della disciplina”. Mattarella ha chiarito, tuttavia, che nella legge non si ravvisano profili critici di legittimità costituzionale.
Ricordiamo che la riforma punta a velocizzare le misure di prevenzione patrimoniale; rende più trasparente la scelta degli amministratori giudiziari; ridisegna l’Agenzia per i beni sequestrati; include corrotti, stalker e terroristi tra i possibili destinatari dei provvedimenti restrittivi. Punto contestato, quest’ultimo, su cui però è passato anche un ordine del giorno che impegna il Governo a rivedere l’equiparazione mafioso-corrotto.
Sono quasi 20mila i beni confiscati alle mafie, tramite sequestro preventivo, a cui si aggiungono 2.876 aziende. Altri 20mila i beni confiscati (tra terreni, aziende e immobili) con procedimenti di natura penale. Immenso il valore: quasi 30 miliardi. Nella lettera, inoltre, il presidente Mattarella, raccomanda di conformare l’ordinamento interno agli obblighi comunitari e invita a intervenire sollecitamente per rimediare: “Tanto Le rappresento – scrive – rimettendo alla responsabilità del Governo l’individuazione, in tempi necessariamente brevi, dei modi e delle forme di un idoneo intervento normativo nel senso indicato”.