Nella prima riunione d’insediamento del coordinamento regionale sulla sicurezza promosso da ANCI Emilia-Romagna, svoltosi a Bologna di recente – cui hanno partecipato 37 tra amministratori e tecnici degli enti locali – sono stati illustrati i risultati di un’indagine sui sistemi di video-sorveglianza e controllo del territorio, alla quale hanno risposto circa 200 Comuni sui 334 della regione (57%, inclusi 8 Comuni capoluogo su 9). Dai dati raccolti, risultano 153 (81%) i Comuni dotati di sistemi di video-sorveglianza, dei quali 44 (23% con Ravenna in testa) con telecamere ad altissima risoluzione, mentre 61 (pari al 32%, con la provincia di Rimini in testa) hanno varchi di lettura targhe per la ZTL. Il servizio di video-sorveglianza è per la maggior parte gestito direttamente dai Comuni, singolarmente (33%) o tramite Unione (49%). Tra le maggiori criticità figurano i costi di assistenza e manutenzione, seguiti dai problemi tecnici e di aggiornamento e dalle incompatibilità tra sistemi in uso da parte dei diversi Comuni in Unione. Al nuovo coordinamento ha aderito un consistente numero di amministratori comunali e tecnici dei servizi di polizia locale che, tenendo conto delle indicazioni emerse dall’ampio confronto, nelle prossime settimane metterà a punto uno specifico programma di lavoro con l’obiettivo di promuovere un’efficace integrazione tra istituzioni e forze di sicurezza per prevenire ogni forma di criminalità nei luoghi pubblici, in primo luogo attraverso l’integrazione dei sistemi di video-sorveglianza. Nel contempo ANCI si è impegnata a promuovere un incontro con la Regione e il prefetto di Bologna, anche in considerazione del ruolo di coordinamento che la prefettura del capoluogo esercita sul territorio dell’Emilia Romagna. A coordinare l’attività sarà Fabio Fecci, Sindaco di Noceto e vice presidente vicario di ANCI Emilia Romagna con delega alla Protezione Civile, Sicurezza e Polizia locale, supportato sul piano tecnico dal comandante del servizio di Polizia Locale del Comune di Castel Bolognese, Stefano Manzelli.
“Il problema della sicurezza pubblica – commenta Fecci – che spesso viene strumentalizzato, non è né di destra né di sinistra, ma deve essere risolto da chi ne abbia la competenza: lo Stato. Occorre sburocratizzare certe procedure e attuare misure ineludibili, investire sui sistemi d’identificazione e segnalazione per procedere nell’immediatezza all’arresto, abbreviare i tempi dei processi e delle eventuali espulsioni previste dal nostro ordinamento per chi violi le leggi. Pene certe per ogni tipo di reato da tradurre in misure detentive. Occorre, inoltre, svincolare da ogni tipo di tetto di finanza locale le spese a favore della sicurezza, chi abbia risorse deve avere la possibilità di impiegarle senza che le norme lo impediscano. Via libera quindi agli investimenti sulla videosorveglianza in rete fra le varie istituzioni preposte mediante le tecnologie più innovative, per arrivare a sistemi identificativi e che consentano interventi immediati, sui sistemi di allarme, sulle colonnine e i dispositivi SOS, sui sistemi di rilevazione sull’alcol e droghe, sulla pubblica illuminazione e sugli strumenti tecnologicamente avanzati per una maggiore qualificazione ed efficacia del lavoro degli operatori. Oltre che in risorse strumentali – prosegue il Sindaco di Noceto – occorre anche investire su quelle umane, con assunzioni del personale di polizia locale nei Comuni e per il personale dello Stato, ossia per tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine. Assunzioni che non possono essere soggette alla troppo rigida disciplina vincolistica attualmente in vigore. E se il sistema pubblico non può arrivare ovunque, è necessario potenziare anche funzioni e qualificazione professionale della vigilanza privata per una sua maggiore integrazione con le istituzioni e nelle politiche a favore della sicurezza urbana. È la sinergia e il coordinamento fra le varie forze presenti che consentono di ottenere risultati, per dare vita a quel concetto di sicurezza partecipata che vede il coinvolgimento attivo anche dei cittadini, chiamati a segnalare attraverso il “controllo di vicinato” ogni situazione sospetta e ad attivare comportamenti corretti”.