La Maschera del Tempo è l’opera digitale che debutta al Teatro Verde di Venezia edificato sull’isola di San Giorgio Maggiore all’interno della Fondazione Cini: la struttura, che dispone di 1.500 posti ed è immersa nel verde, fa da scenario all’opera che coniuga i materiali d’archivio conservati all’Istituto per il Teatro e il Melodramma della Fondazione Giorgio Cini con l’intelligenza artificiale, il sound design e le nuove frontiere dell’animazione 3D.
Grazie a queste tecnologie l’architettura della struttura e la sua storia rivivono tra scenografie reali e ambientazioni oniriche: il racconto ripercorre le vicende dei teatri di verzura, l’epoca d’oro dell’anfiteatro e la natura che è l’elemento caratteristico che la contraddistingue.
Il Teatro Verde è un luogo particolare e suggestivo che molti Veneziani non conoscono e si trova sull’isola di San Giorgio Maggiore, all’interno della Fondazione Cini, una struttura all’aperto da 1.500 posti immersa nel verde di cipressi, alberi vari e 3.000 ligustri che fanno da spalliera alle sedute in pietra e cemento.
Riaperto alle visite guidate la scorsa primavera, dopo un primo interventi di restauro, l’anfiteatro è diventato ora protagonista dell’opera digitale “La Maschera del Tempo”, realizzata da Mattia Casalegno e Martux, un progetto che coniuga ricerche d’archivio sui materiali conservati all’Istituto per il Teatro e il Melodramma della Fondazione Giogio Cini e l’applicazione innovativa dell’intelligenza artificiale, del sound design e delle nuove frontiere dell’animazione 3D, un insieme che fa rivivere la struttura con la sua architettura e storia, tra scenografie reali e ambientazioni oniriche in un mondo di fantascienza e postumano, popolato da avatar iperrealistici, tra finzione e rappresentazione.
Il racconto si sviluppa tra la Storia, gli Spettacoli, il Presente, il Futuro del Teatro Verde ripercorrendo le vicende dei teatri di verzura, l’epoca d’oro dell’anfiteatro, il dialogo con la Natura, dominata e dominante, forza creatrice che concorre alla nuova vita. I realizzatori dell’opera Mattia Casalegno e Maurizio Martuscello Martux sono tra i più rinomati artisti multimediali italiani e compositori e produttori di musica elettronica del Paese.
L’opera proietta il Teatro Verde in un futuro lontano, quando non ci saranno più gli esseri umani, ma la struttura in pietra resiste. “La Maschera del Tempo” è ricca di retroscena tecnologici, a partire dalle riprese dall’alto con i droni scanner poi elaborate e tecnologie d’avanguardia per creare degli umani digitali fortemente realistici. Lo sviluppo dei costumi, creazioni sartoriali 3D, indossati dai personaggi protagonisti di questo film, da Parsifal alle maschere della commedia dell’arte del teatro goldoniano esalta il carattere futuristico di ogni personaggio, coniugando tradizione e futuro.
Il progetto è nato per sensibilizzare l’opinione pubblica e i grandi sponsor internazionali sulla necessità di valorizzare questo gioiello che richiama le forme classiche dell’anfiteatro greco; inaugurato nel 1954, il Teatro Verde ha ospitato eccezionali rappresentazioni d’arte performativa ed è stato definito dall’attrice Katharine Hepburn “il teatro più bello del mondo”.
Nel 2021 è stato oggetto di un progetto di recupero che ne ha riportato alla luce l’architettura valorizzando le qualità dei materiali costruttivi, la struttura botanica circostante, la spazialità e gli straordinari scorci paesaggistici. Per la vastità e per l’attrezzatura del suo palcoscenico, nonché per la capienza considerevole, lo spazio si presta all’organizzazione di spettacoli complessi; il parco che avvolge il Teatro e custodisce le 10 Vatican Chapels, è percorso da viali alberati che lo collegano alla parte monumentale dell’isola e ai 2 chiostri.