Attraverso la campagna della Rete RE.A.DY , le amministrazioni aderenti alla rete vogliono lanciare un messaggio: i discorsi d’odio – hate speech in inglese – alimentano e giustificano fenomeni di violenza e vanno contrastati. La campagna si articola su due canali: uno fisico, attraverso l’affissione di cartelloni e poster curati dalle stesse amministrazioni e uno digitale, attraverso la condivisione social di materiali a cui potranno partecipare anche cittadini e cittadine adottando per il 17 maggio una cornice per le foto profilo su FB (come partecipare: tenere premuto sulla propria immagine di profilo, selezionare “aggiungi motivo”, cercare “READY 17 maggio”).
Ogni amministrazione declinerà le immagini della campagna secondo testimonial, monumenti o altre immagini significative del contesto di riferimento, per quanto riguarda Torino, l’immagine scelta è il murale realizzato nell’ambito del progetto B. ART dell’artista Millo (Camillo Giorgino), riprodotta su 400 manifesti affissi su tutto il territorio cittadino, sulle locandine poste nei punti informativi delle Circoscrizioni amministrative, e attraverso i social della Città. “Le parole d’odio pesano nella vita di tante persone, come catene che le tengono legate senza dare la possibilità di esprimersi, di essere se stesse, di contribuire alla vita sociale, culturale ed economica della nostra società. Non è più tempo di sorridere, di far finta di niente: le parole umiliano, giustificano la violenza, talvolta uccidono, spiega Marco Alessandro Giusta Assessore ai Diritti della Città di Torino, per questo READY ha sostenuto il Ddl ZAN, approvando in 50 consigli comunali e provinciali ordini del giorno a sostegno della legge e per questo la Rete READY riafferma che non c’è posto per le parole d’odio, un tema questo che non tocca solo le persone LGBT, ma anche le minoranze che subiscono discriminazioni.”
La prima Giornata internazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia ha avuto luogo il 17 maggio 2005, a 15 anni esatti dalla storica data del 17 maggio 1990 in cui l’omosessualità venne rimossa dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle malattie pubblicata dalla World Health Organization, l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Nonostante siano passati 30 anni orientamento di genere e identità sessuale sono ancora ai primi posti fra le causa di discriminazione negli spazi pubblici, sul luogo di lavoro e persino in famiglia. I discorsi d’odio sono un fenomeno endemico sul territorio nazionale (dati della quinta edizione della Mappa dell’intolleranza pubblicata da Vox – Osservatorio Italiano sui Diritti) e per questo motivo, nell’incontro annuale 2020, la RE.A.DY ha individuato nel contrasto ai discorsi e alle comunicazioni di odio una priorità per il 2021. RE.A.DY è la Rete Nazionale delle Regione e degli Enti locali per prevenire e superare l’omotransfobia; fondata nel 2006 da 12 città, ora conta 210 partner (46 nuove adesioni da gennaio 2020) e ha come segreteria il Servizio LGBT della Città di Torino. Per Info http://www.reteready.org/