Singapore, meta dell’anno 2015 per la Lonely Planet, in pochi decenni è diventata la seconda economia più competitiva al mondo.
Alcuni nuovi progetti stanno rivoluzionando l’anima di questa città che si prepara a festeggiare, ad agosto, i 50 anni dall’indipendenza.
Il merito di questa prodigiosa crescita è anche della stabilità politica, il fatto di aver puntato sull’inglese come lingua ufficiale, l’ottima posizione del porto, l’aeroporto internazionale e il suo centro finanziario.
La crescita, impressionante anche in termini di popolazione, avrebbe potuto far sì che la città divenisse un luogo caotico e inquinato, ma non è stato così, infatti Singapore ha vinto una delle battaglie più difficili delle capitali globali, quella del traffico. Mentre la sua densità aumentava in modo preoccupante, già nel 1975 venne introdotta la congestion charge, un costoso pedaggio per accedere al centro. Successivamente, nel 1998 arrivò l’Electronic Road Pricing, sistema ad alta tecnologia che calcola la tariffa che deve pagare ogni giorno un’automobile grazie a un dispositivo elettronico installato su ogni veicolo. Possedere un’automobile qui è costosissimo e necessita di un’autorizzazione che scade ogni 10 anni. Così, oggi, il 50% dei pendolari usa il trasporto pubblico, efficiente, pulito e inoltre, in metrò, entro le 7.45, si viaggia gratis.
Tra gli obiettivi espressi dal primo ministro Lee Hsien Loong lo scorso novembre, ci sono case pubbliche automatizzate, autovetture senza guidatore in grado di portare in ospedale o dal dottore gli anziani malati; ventilatori che per risparmiare energia si attivano nei luoghi pubblici solo se si raggiunge una certa temperatura.
Le prime case “smart” saranno introdotte quest’anno a Punggol, sulla costa settentrionale, e usufruiranno di un sistema che aumenta automaticamente il numero dei parcheggi nelle ore in cui c’è più bisogno, nonché di sensori che accendono le luci nelle aree comuni quando passa qualcuno e che monitorano l’accumulo dell’immondizia per segnalare quando c’è bisogno di raccoglierla. Sempre a Punggol, è stato testato un sistema che, permettendo di vigilare sul consumo di energia del proprio appartamento, fa risparmiare il 20% al mese.
Oltre che smart Singapore vuole essere anche green. Purtroppo l’inquinamento non scende molto, a causa degli incendi delle foreste indonesiane, ma la città si riempie di alberi della pioggia, aiuole e palme, e poi il numero di edifici eco-sostenibili è passato dai 17 del 2005 ai 2.100 di oggi. Tra i progetti già realizzati svettano meraviglie come il Park Royal Hotel, il Tree House e il complesso Solaris.
Nella rivoluzione tecnologica di Singapore c’è anche un italiano, Carlo Ratti, 44 anni, architetto e ingegnere torinese, Direttore del MIT SENSEable City Lab di Boston per il Massachusetts Institute of Technology, che sta lavorando al progetto “Future Urban Mobility”, il cui obiettivo è «raccogliere e analizzare dati in tempo reale su tutti i movimenti della città, dove sono le autovetture, i pedoni, la disponibilità di trasporti pubblici, per migliorare il traffico e sperimentare nuove tecnologie».