La montagna di sprechi e di inefficienze che si annidano nella nostra Pubblica amministrazione continua ad aumentare e, secondo l’ultima stima elaborata dall’Ufficio studi della CGIA, sfiora ormai i 29 miliardi di euro l’anno.
Tra quelli presenti nel trasporto pubblico locale , nella sanità , nelle misure economiche a sostegno delle persone meno abbienti e nella quota di spesa pubblica indebita denunciata dalla Guardia di Finanza , le uscite che l’Amministrazione pubblica italiana potrebbe risparmiare, consentendoci un taglio delle imposte di pari importo, hanno raggiunto una soglia molto preoccupante.
Nel mese di febbraio – sempre la Cgia – aveva calcolato che sprechi e inefficienze costavano 16 miliardi: in soli 9 mesi, sono aumentati di ben 13 miliardi. La Cgia, rileva come eliminando ‘distorsioni’ ad esempio nel trasporto pubblico locale o nella sanità, si potrebbe intervenire in modo più incisivo sul taglio delle tasse.
«Nella legge di Bilancio del 2018 – dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo – la gran parte dei 2,9 miliardi di euro di spending review si concentrerà sulla riprogrammazione di alcuni trasferimenti alle Ferrovie dello Stato e sul depotenziamento del fondo per le esigenze indifferibili. Insomma, ancora una volta si interverrà riducendo soprattutto i servizi ai cittadini, senza intaccare seriamente la spesa pubblica improduttiva». La Cgia ricorda che il fondo per le esigenze indifferibili assicura interventi urgenti finalizzati al riequilibrio socio-economico e allo sviluppo dei territori, alle attività di ricerca, assistenza e cura dei malati oncologici e alla promozione di attività sportive, culturali e sociali.