La pubblicazione della “ Relazione sull’analisi delle procedure di gestione dei beni sequestrati e confiscati ” della “Commissione Parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altri associazioni criminali anche straniere” apre una nuova era nella gestione dei beni confiscati alle mafie.
La prima novità riguarda un “vademecum” per le Pubbliche Amministrazioni locali, con l’obiettivo di informare sindaci e amministratori in merito ai fondi e ai beni confiscati utilizzabili.
In questo modo, l’impegno prioritario indicato nella relazione è quello di ridare centralità ai comuni nel procedimento di destinazione del patrimonio confiscato alle mafie. In questo modo, l’assegnazione di fondi, strutture e immobili coinvolgerà in prima battuta gli enti locali e gli enti del Terzo Settore.
La relazione propone anche “maggiori e più tempestive tutele per i lavoratori e per i creditori di buona fede grazie alla prosecuzione dell’attività aziendale” e “l’ampliamento dell’ambito applicativo delle misure di prevenzione alternative alla confisca i rimedi alle morti bianche delle aziende colpite da interdittiva antimafia”.
Il nuovo protagonismo delle PA e delle comunità locali e un utilizzo efficiente delle risorse territoriali possono avviare una nuova stagione caratterizzata da esperienze virtuose di reimpiego dei beni confiscati alle mafie.
Nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è previsto un programma straordinario di interventi, pari a 300 milioni, per valorizzare una parte di questi beni, al fine di potenziare l’edilizia residenziale pubblica, rigenerare le aree urbane, migliorare i servizi socio-culturali e quelli di prossimità.
Prosegue, intanto, l’attuazione della Strategia beni confiscati. Nella delibera CIPE n. 61 del 29 settembre 2020 (pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 306 del 10 dicembre 2020) è prevista un’assegnazione di 10 milioni di euro, a valere sulle risorse disponibili del FSC 2014-2020, di cui 5 milioni per l’annualità 2021 e 5 milioni per l’annualità 2022, attribuita all’Agenzia per la coesione territoriale per il finanziamento, nell’ambito del «Piano per la valorizzazione di beni confiscati esemplari nel Mezzogiorno», di uno specifico asse desti-nato al sostegno dell’attività progettuale in favore di enti pubblici impegnati a definire, per i beni in confisca definitiva ubicati nel Mezzogiorno e qualificati come esemplari, progetti di valorizzazione, declinati in: a) indizione di concorsi di idee; b) definizione di piani di gestione; c) elaborazione di progetti definitivi o esecutivi, a partire dai progetti di fattibilità tecnica ed economica e atti propedeutici.
Nelle prossime settimane l’Agenzia lancerà un bando sulla gestione dei beni confiscati.
Vai alla Relazione
Vai alla sezione dedicata alla Strategia nazionale per la valorizzazione dei beni confiscati attraverso le politiche di coesione
Fonte: Agenzia per la Coesione Territoriale