Dal primo gennaio 2021 SPID sarà l’unico sistema di autenticazione per i cittadini riconosciuto dall’amministrazione Capitolina. Un passo importante per Roma, che nell’ultimo periodo ha fortemente accelerato il suo processo di digitalizzazione, come confermato anche dalla recente adesione all’Anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr) .
Ne abbiamo parlato con Raffaele Gareri, Direttore Trasformazione Digitale e Sviluppo Economico Urbano di Roma Capitale, uno dei protagonisti del ciclo di incontri “Semplificazione e Innovazione Digitale” organizzati per sostenere gli enti locali in vista delle scadenze del 28 febbraio 2021.
I progetti SPID e pagoPA
Come molti enti locali italiani, anche Roma Capitale ha avviato numerose iniziative per favorire la digitalizzazione dei servizi pubblici. Un processo da un lato voluto, per scelta dell’amministrazione, dall’altro accentuato dai particolari mesi vissuti dal nostro Paese. “La pandemia ha rappresentato un grosso problema per tutti, ma è stata anche un’opportunità per spingere un maggiore e migliore utilizzo degli strumenti digitali”, ci ha raccontato Gareri.
Per quanto riguarda pagoPA, Roma Capitale si è proposta come service provider per i comuni dell’Area Metropolitana. Questo ha permesso la realizzazione di un’interfaccia per quasi la totalità dei servizi, su circa 70 comuni, portando al completamento di 1.316.331 pagamenti, per un totale di € 192.047.930 (dati a ottobre 2020). Anche per quanto riguarda SPID i passi sono stati significativi, con la decisione di anticipare la scadenza del 28 febbraio 2021 al 1° gennaio. Un’evoluzione centrale per assicurare ai cittadini strumenti standardizzati, che siano sicuri ed efficienti.
Progetti trasversali a beneficio di tutti
Gareri ha voluto sottolineare l’importanza delle piattaforme abilitanti, soprattutto come mezzo per migliorare a 360° gradi l’esperienza dei servizi pubblici dei cittadini “i progetti come SPID sono trasversali per tutti gli strumenti digitali, da quelli sulla mobilità a quelli sull’ambiente”. Grazie ad un’identità digitale unica, per esempio, è possibile facilitare l’accesso, e quindi l’utilizzo, alle numerose applicazioni che ormai contornano la vivibilità delle città di oggi.
In un certo senso questi strumenti possono contribuire alla creazione di un ecosistema di infrastrutture, che dialogando tra di loro, permettono di migliorare l’esperienza “digitale” di accesso ai servizi pubblici. “Stiamo completando un nuovo progetto “il Citizen Wallet”, per premiare i comportamenti virtuosi della cittadinanza. E’ molto semplice: se io prendo il trasporto pubblico o porto i rifiuti nell’isola ecologica, ricevo dei crediti che possono essere utilizzati per scontistiche su abbonamenti o eventi culturali. Fra i primi servizi che vogliamo premiare anche l’utilizzo di SPID e CIE per l’accesso ai servizi digitali, come sistema di incentivazione”.
Bisogna creare un ecosistema virtuoso
L’esperienza di Roma Capitale può essere sicuramente un incentivo per altre città. Nonostante le dimensioni infatti, molto spesso le problematiche sono comuni. In questo senso Gareri ci permette di condividere qualche consiglio per affrontare al meglio queste sfide: “Noi dobbiamo imparare ad uscire fuori dai nostri silos organizzativi, e lavorare in un’ottica di ecosistema. I principali attori di una città, pubblici e privati, devono cercare di diventare una community, e di fare in modo che i loro piani strategici non possano prescindere da un confronto. Se non si uniscono le forze, lo sviluppo in tempi rapidi di servizi smart e digitali, che rispondono ai problemi e bisogni della gente, non è possibile”.
Per condividere la propria storia di successo legata alla trasformazione digitale è possibile scrivere a comunicazione@innovazione.gov.it. Le storie, l’esperienza e i consigli degli enti che hanno già operato la transizione potranno aiutare altre amministrazioni nel processo di trasformazione digitale.
Fonte: MID