Per essere smart e innovativa una città deve essere anche sostenibile. In Italia 4,6 milioni di persone vivono in situazioni di povertà assoluta, 15 ragazzi su 100 smettono di studiare dopo la licenza media e 9 persone su 100 vivono in situazioni di sovraffollamento abitativo. E ancora: la qualità dell’aria è stata responsabile lo scorso anno di circa 60 mila morti premature e 50mila persone vivono in comuni capoluogo con elevato rischio di inondazione. Numeri che dovranno cambiare nei prossimi anni: è infatti partita la sfida per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’ONU al 2030. Milano è tra le prime città a raccoglierla, con le migliori performance a livello nazionale per produttività, numero di imprese green, offerta di trasposto pubblico locale. Mentre deve ancora lavorare molto sui settori ambiente e legalità.
Milano è, dunque, un modello di riferimento per le città italiane che guardano in ottica smart city a uno sviluppo sostenibile. Presentata a Palazzo Marino, a stampa e operatori, l’anteprima del Rapporto ICity Rate realizzato da Fpa (la società che organizza il Forum Pa) che vede Milano, per il quarto anno consecutivo, ai vertici delle città più smart d’Italia.
“Il capoluogo lombardo ha scelto di investire su un modello di città intelligente – si legge in un comunicato del Comune di Milano – in cui la tecnologia diventa strumento per uno sviluppo sostenibile e inclusivo dove le persone sono protagoniste. Un modello di best practice seguito da diverse amministrazioni italiane soprattutto per quanto riguarda la gestione di fenomeni come la sharing economy, nella convinzione che sia possibile produrre valore attraverso la crescita dell’occupazione, la riqualificazione urbana, l’inclusione sociale e la coesione. Solidità economica e qualità del capitale sociale e umano (le dimensioni Economy, People e Living del Rapporto ICity Rate) sono i punti di forza del capoluogo lombardo.
Ecco gli indicatori in cui Milano è più vicina ai traguardi di sviluppo sostenibile. In primo piano tra gli indicatori di mobilità sostenibile, il Trasporto Pubblico Locale: l’offerta di posti-km TPL pro-capite è in peggioramento in tutto il Paese. Il comune di Milano è quello che se la cava meglio, al primo posto (14,7) seguito da Venezia (11,1). Milano è leader anche per dotazione di veicoli in sharing, sia automobili (351) che biciclette (4.650), servizi che mancano ancora in molte città (car sharing a postazione fissa presente solo in 24 Comuni capoluogo e bike sharing in 60). Per le zone a traffico limitato Milano è preceduta da Bergamo, prima in Italia con 14,3 km2 di ZTL.
La versione completa del rapporto verrà illustrata in occasione di “I City Lab”, l’appuntamento sulle smart city italiane che per la prima volta si svolgerà presso Base Milano, il 24 e 25 ottobre, visto che proprio il capoluogo lombardo ha guidato nelle ultime tre edizioni di ICity Rate, la classifica delle smart city italiane. “Abbiamo scelto Milano per il prossimo “ICity Lab” – ha commentato Gianni Dominici, direttore Generale di Fpa- perché in questo momento è la città che meglio di altre sta lavorando in una logica di ‘laboratorio urbano’ mettendo al centro del cambiamento tutti gli attori del tessuto cittadino. E gli spazi di Base saranno lo scenario ideale per lavorare insieme sui temi delle città del futuro”.
Dalla mobilità sostenibile alla gestione dei rifiuti, ecco alcuni indicatori per capire dove stanno andando le nostre città, quanto sono lontane dai traguardi fissati dall’ONU al 2030, su cosa devono lavorare di più.
Mobilità sostenibile. In primo piano tra gli indicatori di mobilità sostenibile, il Trasporto Pubblico Locale: l’offerta di posti-km TPL pro-capite è in peggioramento in tutto il Paese. Il comune di Milano è quello che se la cava meglio, al primo posto (14,7) seguito da Venezia (11,1). Milano è leader anche per dotazione di veicoli in sharing, sia automobili (351) che biciclette (4.650), servizi che mancano ancora in molte città (car sharing a postazione fissa presente solo in 24 Comuni capoluogo e bike sharing in 60). Per le zone a traffico limitato Milano è preceduta da Bergamo, prima in Italia con 14,3 km2 di ZTL.
Polveri sottili. Il valore limite giornaliero del PM10 è stato superato in 45 aree urbane (dati Ispra 2015). Le situazioni più critiche si sono verificate a Frosinone, Pavia, Vicenza, Milano e Torino, mentre le città “virtuose” sono Livorno, Siena, La Spezia, Bolzano, Macerata, Trapani, Sassari.
Energia. Le città che consumano più energia elettrica (dati Terna) sono Cagliari, Sassari e Oristano e Aosta (oltre 1200 kwh per abitante), le più attente a evitare sprechi sono Matera, Trento, Andria, Foggia e Terni (non si superano gli 870 kwh per abitante).
Raccolta differenziata. I comuni capoluogo si caratterizzano per valori di produzione pro capite di rifiuti generalmente superiori alla media nazionale (488 kg/abitante per anno) e contribuiscono per quasi il 29% al totale della raccolta differenziata nazionale. Treviso, Pordenone, Mantova, Belluno e Trento raccolgono in differenziata oltre il 70% dei rifiuti urbani; al contrario a Isernia, Messina, Siracusa, Palermo e Enna si differenzia meno del 10% dei rifiuti.
Povertà e abbandono scolastico. Nei comuni capoluogo vive il 7,2% di chi non dispone delle risorse primarie per il proprio sostentamento; Roma e le città del Sud registrano tassi di contribuenti che dichiarano un reddito inferiore a 10.000 euro nel 2015 molto più alti della media. Critici i livelli di abbandono scolastico a Caltanissetta (41,7%), Palermo (40,1%), Catania (38,6%) e Prato (38,5%), mentre le città con minore dispersione scolastica sono Benevento (14,3%), Frosinone (15,1%), Ancona (15,5%), Perugia (17,8%) e Isernia (17,9%).