“Il Piano d’intervento Italia a 1 Giga è stato notificato alla Commissione europea e si attende il via libera per fine anno. A gennaio verranno quindi pubblicati i bandi che saranno aggiudicati entro giugno 2022”. Così la sottosegretaria all’Innovazione tecnologica e transizione digitale, Assuntella Messina, nella risposta resa in commissione Trasporti alla Camera a un’interrogazione di Iv in cui si affermava che è risultata molto positiva la scelta di partire da un monitoraggio dell’esistente per meglio strutturare gli investimenti e indirizzare le risorse pubbliche, evitando duplicazioni.
Coerentemente con questo impegno, il Comitato interministeriale per la transizione digitale (Citd) ha dato mandato a Infratel di realizzare queste mappature e, da quanto risulta, ad agosto 2021 Infratel ha consegnato la mappatura sulle reti fisse e, nel mese di novembre 2021, la mappatura per le reti mobili. A tal proposito, per quanto riguarda la mappatura relativa al Piano di intervento Italia a 1 Giga, la sottosegretaria ha specificato che è stata condotta in due fasi. Una prima mappatura si è svolta dal 30 aprile al 15 giugno 2021 e ha riguardato gli indirizzi civici di tutto il territorio nazionale, a eccezione di quelli nelle aree oggetto d’interventi finanziati con il Piano aree bianche, già autorizzato dalla Commissione europea, del 2016 e in corso di attuazione da parte del concessionario Open Fiber. Si tratta di circa 21,3 milioni di indirizzi civici mappati.
A questa mappatura hanno partecipato 47 operatori. In base alle informazioni raccolte sono stati inclusi nel perimetro di intervento pubblico del Piano Italia a 1 Giga circa 6,1 milioni di indirizzi civici coperti da reti con velocità in download inferiore a 300 Mbit/s in tipiche condizioni di picco del traffico. Una seconda mappatura, a completamento della prima, ha riguardato le aree oggetto del Piano aree bianche del 2016. Avviata il 13 ottobre e conclusa il 15 novembre 2021, ha visto la partecipazione di 34 operatori. In base alle informazioni raccolte, è stato possibile individuare, ai fini dell’intervento pubblico, circa 1,6 milioni di indirizzi civici coperti al 2026 con velocità in download inferiore a 300 Mbit/s in tipiche condizioni di picco del traffico. Sono in corso ulteriori verifiche tecniche, a esito delle quali questi civici potranno essere confermati o in parte esclusi dal perimetro di interventi pubblici.
Ricordiamo che il Piano d’intervento Italia a 1 Giga è il primo dei piani d’intervento pubblico previsti nella Strategia italiana per la banda ultralarga-verso la Gigabit Society, approvata dal Comitato interministeriale per la transizione digitale (Citd) il 25 maggio 2021, in attuazione del Pnrr. Il Piano, approvato dal Comitato interministeriale il 27 luglio 2021, ha l’obiettivo di realizzare infrastrutture in banda ultra larga che garantiscano la connettività ad almeno 1 Gigabit/s sull’intero territorio nazionale al 2026, collegando i civici delle unità immobiliari nei quali non è presente, nè lo sara’ nei prossimi cinque anni, alcuna rete idonea a fornire connettivita’ stabile, appunto, ad almeno 300 Mbit/s in download. Quanto invece al Piano Italia 5G, Assuntella ha detto che la mappatura è stata avviata il 10 giugno 2021 e il termine per la raccolta delle informazioni, inizialmente fissato per il 26 luglio 2021, è stato prorogato su istanza degli operatori al 31 agosto 2021. Alla mappatura hanno partecipato i quattro operatori mobili che hanno conferito i propri piani di copertura di dettaglio fino al 2026. Dalla mappatura è emerso che al 2026 circa 13.200 siti radiomobili sul territorio nazionale non saranno raggiunti dal collegamento di backhauling in fibra ottica e saranno pertanto oggetto di intervento pubblico di rilegamenti in fibra.
E’ emerso, inoltre, che al 2026 circa il 15% del territorio nazionale non sarà coperto da reti radiomobili o sarà coperto con velocità in download in tipiche condizioni di picco del traffico inferiori a 30 Mbit/s. Il Piano, posto in consultazione pubblica il 15 novembre, ha l’obiettivo d’incentivare la diffusione sull’intero territorio nazionale di reti mobili 5G in grado di assicurare un significativo salto di qualità della connettività radiomobile mediante rilegamenti in fibra ottica delle stazioni radio base (SRB) e la densificazione delle infrastrutture di rete. Ciò al fine di garantire la velocità ad almeno 150 Mbit/s in downlink e 50 Mbit/s in uplink, in aree in cui non è presente, nè lo sarà nei prossimi cinque anni, alcuna rete idonea a fornire connettività, appunto, a 30 Mbit/s in tipiche condizioni di punta del traffico”.