“Le infrastrutture, o sono sostenibili sul piano ambientale e sociale, o sono inutili. Le grandi strategie derivano dagli obiettivi dello sviluppo sostenibile fissati nell’Agenda 2030 dell’Onu e fatti propri della Commissione europea nel Green Deal, da cui sono poi nate iniziative come il Next Generation Ue”. Il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini, aprendo il suo intervento al Forum sulle Aree Interne 2022 a Benevento pone l’accento sulla sostenibilità, che è alla base delle scelte per investimenti in opere pubbliche e sistemi di mobilità fatte dal Governo. “Se le scelte comunitarie avranno successo, l’Europa sarà il primo continente ad avere emissioni zero nella storia dell’umanità” aggiunge il Ministro sottolineando il ruolo che rivestono la transizione ecologica e la trasformazione digitale. Le risorse ci sono: oltre ai 230 miliardi di euro complessivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e del Piano Complementare (di cui al Mims è stata attribuita una quota pari a oltre 61 miliardi) a disposizione ci sono i fondi strutturali europei della programmazione 2021-2027 e il Fondo Sviluppo e Coesione (FSC).
“Le Regioni devono ripartire circa 80 miliardi dei nuovi fondi strutturali e 50 miliardi del Fondo Sviluppo e Coesione. Un totale di 130 miliardi per andare oltre il 2026” che è la scadenza per la realizzazione degli investimenti del Pnrr. “Questo è il momento di fare il passo successivo – aggiunge il Ministro – il secondo tempo della partita è iniziato”. Calati sui territori, gli obiettivi della sostenibilità impattano direttamente sugli interventi per le aree interne, per aumentare la sicurezza e la resilienza delle strade, potenziare la rete ferroviaria, riqualificare le stazioni soprattutto al Sud, migliorare la connessione con i centri urbani maggiori, quindi ridurre le disuguaglianze e favorire gli spostamenti dei pendolari e le attività delle imprese. “La cura del territorio – puntualizza il Ministro – è indispensabile per evitare il collasso dell’ecosistema e del sociosistema”.
La “scelta chiave” del Mims a supporto delle aree interne è stata quella di investire per migliorare e potenziare la rete viaria secondaria, gestita dalle Province, dalle Città Metropolitane e dalle Regioni. Quindi “d’accordo con le Regioni e gli Enti territoriali abbiamo deciso di mettere 15 miliardi di euro per la manutenzione delle strade secondarie, per interventi volti a rendere resiliente la rete stradale extraurbana e per migliorare la sicurezza di ponti e viadotti”. Risorse provenienti dal bilancio nazionale e dal FSC. Il Pnrr, come è noto, non prevede finanziamenti per il settore stradale se non per interventi di digitalizzazione per il controllo di ponti, viadotti e gallerie. Il Mims, in collaborazione con il Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale, ha però destinato 300 milioni del Piano Complementare alla rete viaria secondaria al servizio delle aree interne. I fondi sono stati ripartiti in funzione della lunghezza delle strade, della presenza di rischi idrogeologici e sismici e della popolazione residente in ciascuna area. L’Assemblea dei sindaci delle aree interne ha individuato gli interventi prioritari.
Fonte: Mims