Milano è la più grande città europea che abbia adottato il sistema di raccolta porta a porta dei rifiuti e ha la quantità di umido pro capite differenziata tra le più alte in Europa: la frazione organica ha raggiunto nel 2019, le 154.000 tonnellate, da cui è stato possibile produrre 22.000 tonnellate di compost agricolo e 8 milioni di metri cubi di biometano; ma non solo grazie al recupero delle eccedenze di alimenti freschi si stima un impatto, per il 2019, pari a circa 1.700 tonnellate di cibo ridistribuito, equivalenti a oltre 900 tonnellate di CO2 evitate. Questi alcuni dei dati evidenziati dalla ricerca “Economia circolare del cibo a Milano”, ideata da Novamont e sviluppata dal centro di ricerca Està con il patrocinio del Comune di Milano e della Fondazione Cariplo, come contributo all’attuazione della Food policy cittadina. La ricerca analizza 3 ambiti che hanno grande impatto sul sistema alimentare: i rifiuti urbani legati al cibo, la redistribuzione delle eccedenze di cibo fresco in ottica solidaristica e i fanghi provenienti dalla depurazione delle acque reflue. Per quanto riguarda i rifiuti, una buona raccolta differenziata permette di migliorare i processi di riciclo dell’umido e produrre nuovi prodotti a valore aggiunto, nel 2020 il tasso di raccolta differenziata gestita da AMSA, società del Gruppo A2a, a Milano è arrivato al 63% e tra le esperienze più significative che hanno portato a questo risultato vengono citati il miglioramento della raccolta dell’umido nei mercati settimanali scoperti (2.500 tonnellate, per un risparmio di 420 tonnellate di CO2) e i progetti di mediazione linguistico-culturale per migliorare la raccolta negli esercizi etnici di ristorazione. Per quel che riguarda il recupero delle eccedenze, la ricerca ha rilevato come sia questo il fronte su cui si concentrano la maggior parte delle azioni della Food policy: la diffusione degli hub di quartiere contro lo spreco alimentare (nel 2019 quello di via Borsieri ha redistribuito 77 tonnellate di cibo a 3.950 persone, di cui 1.480 minori); le donazioni delle mense scolastiche servite da Milano Ristorazione (59 tonnellate di pane e 79 tonnellate di frutta recuperati nel 2018) e del Mercato ortofrutticolo (1.500 tonnellate recuperate nel 2019); le attività promosse dall’associazione Recup nei mercati scoperti (54 tonnellate recuperate nel 2019, equivalenti a 21 tonnellate di emissioni di CO2 evitate). La ricerca dà infine ampio spazio all’analisi sui fanghi da depurazione delle acque reflue in particolare vengono esaminati i processi produttivi, le quantità e i destini dei fanghi generati sia da MM nei 2 depuratori di Milano (59.000 tonnellate di fanghi nel 2019, destinati all’agricoltura o a vettore energetico, senza ricorso allo smaltimento in discarica) sia da Gruppo CAP nei 40 depuratori della Città metropolitana (59.000 tonnellate di fanghi prodotti nel 2018, destinati all’agricoltura e a vettore energetico a cui si aggiungono 16.311 tonnellate di fertilizzanti, con ricorso marginale allo smaltimento in discarica.
Fonte: Comune di Milano