La mente umana è tendenzialmente portata alla dipendenza. Lo dimostrano alcune migliaia di anni di Storia. Cambiano modalità e oggetti bramati in forma compulsiva, ma la psiche continua a impigliarsi in qualsiasi cosa sia suscettibile di generare desiderio. E’ una maledizione cui non ci si può sottrarre? Probabilmente sì, poiché la ricerca del piacere – necessaria medicina per vivere – è esposta permanentemente al rischio della dipendenza. Fatto sta che droghe, alcol, fumo, sesso e persino cibo, sono tradizionalmente le cose che catturano l’esistenza degli individui e la trascinano verso il baratro. Eppure, non basta. Il così detto progresso sforna incessantemente altri sofisticati strumenti dell’autodistruzione umana la quale, al di là delle intenzioni censorie dei bacchettoni di ogni risma, non trova argine in alcuna sanzione o misura proibizionistica. Anzi, il proibizionismo, la cultura del divieto, costituiscono il brodo di cultura ideale della trasgressione.
Oggi l’attenzione delle istituzioni – Comuni compresi che stanno lanciando politiche restrittive contro le sale da gioco – si concentra sulla ludopatia e le nuove forme di web-addiction. Patologie forse non ancora considerate pienamente nella loro pericolosità, ma che invece rasentano l’allarme sociale. Al di là delle opinioni e delle sensibilità individuali, valgono i fatti, i dati. Secondo un’indagine dei Monopoli di Stato, i cui risultati sono stati rielaborati dall’Associazione per lo studio del gioco d’azzardo, nel 2017 gli italiani hanno speso complessivamente, tra slot machine, gratta e vinci e gaming online, oltre 100 miliardi di euro. Se ne deduce che i ludopatici sono tra noi, si confondono nella folla urbana, magari ci abitano accanto e non ce ne accorgiamo. C’è da chiedersi, allora, quali siano i sintomi dell’insorgere della ludopatia, ossia i così detti campanelli d’allarme. Le persone affette da questa sindrome – spiegano gli esperti – appaiono solitamente impulsive, stravaganti e disordinate. Presentano bassa sensibilità e altruismo, maggiore distacco sociale e preferenza per le ricompense materiali. Sono soggetti più inibiti verbalmente e meno portati a esprimere sensazioni, sentimenti e paure. Tendono, invece, a mascherare le proprie emozioni.
Il giocatore patologico non riesce a separarsi dal gioco se non per brevi periodi di tempo: comportamento compulsivo dettato anche dall’illusione di potersi rifare delle somme perdute. E stabilisce con il gioco un rapporto esclusivo e altamente coinvolgente. L’elevato livello di eccitazione raggiunto lo spinge a trascurare tutto ciò che lo riguarda e lo circonda: famiglia, affetti e lavoro. La persona affetta da ludopatia – aggiungono gli specialisti – sente il bisogno di spendere somme di denaro sempre maggiori, allo scopo di raggiungere lo stato di eccitazione desiderato, perdendo di conseguenza, la reale percezione del valore del denaro. Quando gioca, il soggetto appare completamente assorbito, si estranea da tutto ciò che lo circonda. Quando tenta di ridurre o interrompere il gioco, manifesta uno stato d’irrequietezza e irritabilità: sperimenta cioè il “fenomeno dell’astinenza”.