Il Ministero dell’Economia e delle Finanze mette a disposizione di famiglie e imprese 18,9 milioni di euro per il 2019. L’importo verrà erogato attraverso il Fondo di prevenzione del fenomeno dell’usura (istituito dalla legge 108 del 1996 presso il Mef) a diverse realtà impegnate nel contrasto al fenomeno. In tal modo 109 consorzi di imprese e 37 tra Associazioni e Fondazioni potranno fornire garanzie per prestiti alle aziende e alle famiglie in difficoltà economica che presentino seri rischi di cadere nel vituperato strozzinaggio. Come previsto dalla legge antiusura, il 70% delle risorse è destinato ai Confidi (13.2 milioni di euro) e il 30% alle Associazioni e Fondazioni (5,7 milioni di euro).
Come negli anni precedenti, l’ammontare del Fondo è stato ripartito con delibera di un’apposita Commissione interministeriale (presieduta dal Mef) tra gli Enti che ne hanno fanno richiesta, sulla base della combinazione di una serie di indicatori che tengono conto dell’indice del rischio usura presente nell’ambito territoriale dove opera l’ente assegnatario, dell’efficienza nell’utilizzo delle risorse e della effettiva capacità di garantire l’accesso al credito. E’ stato inoltre stabilito di confermare, anche per quest’anno, un contributo speciale agli enti delle aree dell’Abruzzo, dell’Umbria, del Lazio e delle Marche colpite dai terremoti del 2016 e del 2017 (34 Confidi e 3 Associazioni/Fondazioni operanti attivi nelle province di L’Aquila, Teramo, Pescara, Rieti, Fermo, Ascoli Piceno, Macerata, Ancona, Terni e Perugia) e di concedere un contributo speciale anche agli enti (due Confidi e una Fondazione) operanti nella Provincia di Genova, colpita dal tragico evento del crollo del ponte Morandi.
L’ammontare del Fondo di prevenzione dell’usura varia di anno in anno, in quanto è alimentato dalle sanzioni amministrative antiriciclaggio e valutarie e dalle restituzioni degli enti non efficienti (che non hanno erogato fondi per oltre due anni consecutivi), o non più attivi. Dal suo primo anno di attività (1998) a oggi, il Fondo ha erogato oltre 620 milioni di euro, (di cui oltre 430 milioni di euro sono stati assegnati ai Confidi e oltre 190 milioni alle Associazioni e Fondazioni) che hanno consentito di garantire più di 84 mila prestiti per un importo complessivo di oltre 1,98 miliardi di euro. Il fenomeno dell’usura presenta una difficile lettura poiché contraddistinto da un forte grado di “sommersione” che rende particolarmente complesso pervenire all’esatta individuazione del problema. L’indebitamento patologico e la sua forma estrema, l’usura, possono coinvolgere sia le famiglie, sia i soggetti di impresa. Tra i due ambiti spesso vi è una reciprocità, poiché in caso di default delle attività economiche, le conseguenze si proiettano anche sulla dimensione domestica.
L’indebitamento patologico e l’usura costituiscono due fenomeni complessi che si possono misurare su grande scala solo indirettamente. Ad oggi, infatti, manca un dato che ne fornisca la dimensione in modo diretto. Su scala “micro” invece esistono singole situazioni o un insieme di casi che riassumono le variabili qualitative dei due fenomeni. Comunque è certo che laddove ogni porta d’accesso al credito sia stata chiusa, quella pronta ad aprirsi sarà (ahimè) quella dell’usura. La criminalità infatti, intercetta i bisogni e interviene concretamente anche sborsando denaro. Il fenomeno tende a dilatarsi anche e soprattutto in periodi di crisi economica, così il credito illegale parallelo miete le sue vittime. Un sommerso ampio dove i malcapitati si sentono sempre più vulnerabili e fanno grande fatica a denunciare.