Eseguita una vasta operazione di controllo dei lavoratori impegnati nelle attività di raccolta degli ortaggi che caratterizzano la Piana del Fucino, in provincia de L’Aquila. All’operazione, coordinata dall’Ispettorato interregionale del lavoro di Roma, hanno partecipato ispettori provenienti da tutte le sedi abruzzesi dell’Inl e dal Lazio, insieme ai militari del Comando Carabinieri Tutela del Lavoro Gruppo di Roma, con il supporto dell’Arma territoriale di Avezzano e del 16° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Rieti. Le verifiche hanno riguardato la posizione di 140 lavoratori e di 16 aziende agricole e gli accertamenti sono ancora in corso. Dai primi risultati emerge l’evidenza di almeno 61 lavoratori irregolari e 15 lavoratori cosiddetti in nero, in quanto completamente sconosciuti alla pubblica amministrazione, di cui 3 in stato di clandestinità. Sono stati adottati diversi provvedimenti di sospensione dell’attività imprenditoriale per utilizzo di manodopera in nero nella misura del 20% rispetto a quella complessivamente impiegata nelle attività di raccolta. Allo stato risultano accertate sanzioni per oltre 40.000 euro.
L’operazione s’inserisce in una ampia azione di contrasto al caporalato e allo sfruttamento della manodopera extracomunitaria che prosegue ormai da mesi in tutta la regione Abruzzo e, in particolare, nei territori tradizionalmente dedicati all’agricoltura della Marsica. La lotta al caporalato rappresenta uno dei temi su cui si è recentemente concentrata l’azione di governo e le disposizioni, che sono entrate in vigore dal 4 novembre 2016, prevedono un inasprimento delle pene, insieme all’intensificazione dei controlli in tutto il territorio nazionale. Punita anche l’intermediazione illecita di manodopera con finalità di sfruttamento dei lavoratori. La nuova disciplina, come riformulata dalla legge, prevede, tra le altre cose, la pena della reclusione da 1 a 6 anni e la multa da 500 a 1.000 euro per ciascun lavoratore reclutato, a carico di chiunque si serva di manodopera allo scopo di destinarla al lavoro presso terzi in condizioni di sfruttamento, approfittando dello stato di bisogno dei lavoratori.