I dati comunicati dall’Osservatorio CittàClima di Legambiente dimostrano che le città della Penisola sono diventate sempre più calde nel tempo. E alcune, addirittura, scottano, soprattutto in estate. Sono gli effetti, confermati da tanti studi scientifici internazionali, dei cambiamenti climatici in atto a livello globale . Di conseguenza, le aree urbane del pianeta risultano sempre più soggette a ondate di calore e a fenomeni meteorologici estremi. In Italia, dal 1960 a oggi, secondo la ricerca dell’European Data Journalism Network, che ha confrontato le serie storiche delle temperature dei Comuni italiani: a Roma la temperatura è aumentata di +3,65°C , seguita da Milano (+3,34°C) e da Bari (+3,05°C).
Ed è proprio nelle aree urbane più vaste e popolose che gli effetti sulla salute della temperatura che aumenta pesano di più. Qui infatti si creano vere e proprie “isole di calore”. La crescente urbanizzazione e impermeabilizzazione dei suoli, la presenza di automobili e l’uso dei condizionatori generano questo fenomeno che può creare disagi anche molto gravi nella popolazione. In particolare su gruppi specifici, anziani e bambini e su persone affette da patologie croniche, soprattutto a carico del sistema cardiovascolare e respiratorio.
Non meno preoccupanti gli impatti dei fenomeni meteorologici estremi. Nei periodi estivi – come abbiamo potuto verificare di persona – s’intensificano i fenomeni alluvionali, le cosiddette bombe d’acqua – in un quadro di sempre maggiore instabilità climatica legato al generale aumento delle temperature. L’alternanza siccità/alluvione non si presenta più come eccezione, bensì si è confermata via via come costante ricorrente foriera di danni all’ambiente e alla salute umana.