Le città italiane di medie dimensioni si rivelano un elemento cruciale e dinamico per lo sviluppo futuro del Paese. È quanto emerge dal 2° volume del Rapporto “L’Italia Policentrica. Il fermento delle città intermedie”, curato da Mecenate 90 in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne e presentato a Roma presso la sede di Unioncamere.
Il Rapporto individua 157 città intermedie distribuite sul territorio (73 al Nord, 44 al Sud, 40 al Centro), che rappresentano i poli di eccellenza economica e sociale.
Queste città dimostrano una resilienza sorprendente e performance superiori alla media nazionale:
- producono un valore aggiunto pro-capite superiore del 16% rispetto al resto d’Italia ($34.154$ contro $29.534$ euro nel 2022).
- l’indice di qualità della vita è superiore del 7% rispetto alle città metropolitane e del 27% rispetto agli altri centri urbani.
- hanno una maggiore resistenza demografica, tra il 2024 e il 2050, il calo demografico è previsto al -4,5%, meno della contrazione media italiana prevista al -7,3%.
come ha sottolineato Gaetano Esposito, Direttore del Centro Studi Tagliacarne, “le città intermedie offrono livelli di qualità della vita superiori a quelli del resto del Paese, grazie a una maggiore disponibilità di servizi di prossimità che richiamano la storica “joie de vivre” dei distretti industriali”.
Questi centri ospitano un tessuto produttivo caratterizzato da piccole e medie imprese di eccellenza del Made in Italy, con propensione all’esportazione e significative capacità di innovazione. Inoltre, le città intermedie sono capaci di:
- rigenerare: promuovono interventi per riqualificare i quartieri degradati, grazie a un terzo settore pro-attivo e vivace.
- connettere: funzionano da tessuto di connessione tra i grandi poli metropolitani e i centri urbani minori.
Secondo Daniele Pitteri, presidente di Mecenate 90, “la loro forza è la capacità di differenziarsi, definendo una dimensione immateriale che esalta l’unicità e la tipicità, pur mantenendo un posizionamento internazionale”.
Ledo Prato, coordinatore del Rapporto, ha concluso sottolineando che “il futuro di queste città dipenderà dalla capacità delle amministrazioni locali di mettere in campo progetti ispirati da una visione condivisa con i principali attori dell’economia, della cultura, del sociale.”