L’effetto Covid provocherà in Italia“un crollo” nelle nascite “come non abbiamo mai conosciuto finora. Nel 2021 si prospetta uno scenario con 393mila nascite”, ovvero -27 mila rispetto ai 420 mila nati in Italia nel 2019, che già rappresentavano il minimo mai raggiunto in oltre 150 anni di unità nazionale. Lo ha spiegato Sabina Prati, del Servizio registro della popolazione, statistiche demografiche e condizioni di vita dell’Istat, durante la presentazione del rapporto “L’impatto della pandemia di covid-19 su natalità e condizione delle nuove generazioni”, il primo dossier del gruppo di esperti “Demografia e Covid-19”, istituto dal Ministro per le pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, e composto da una rete di studiosi che mette assieme mondo accademico, istituti e centri di ricerca italiani e internazionali.
Nel rapporto si legge che “il clima d’incertezza e le crescenti difficoltà di natura materiale (legate a occupazione e reddito) generate dall’emergenza sanitaria orienteranno negativamente le scelte di fecondità delle coppie italiane. I 420 mila nati registrati in Italia nel 2019, che già rappresentano un minimo mai raggiunto in oltre 150 anni di Unità Nazionale, potrebbero scendere, secondo uno scenario Istat aggiornato sulla base delle tendenze più recenti, a circa 408 mila nel bilancio finale del corrente anno – recependo a dicembre un verosimile calo dei concepimenti nel mese di marzo – per poi ridursi ulteriormente a 393 mila nel 2021”.
Secondo Alessandra De Rose, docente di Demografia all’Università “La Sapienza di Roma”, gli effetti del Covid-19 sulle nascite “li vedremo meglio tra qualche mese”, ma “sembra davvero emergere che l’impatto sarà negativo: la paura scoraggia la messa in cantiere di nuovi figli e l’incertezza rende difficile la formazione e la realizzazione di progetti familiari”: il risultato sarà “una possibile ulteriore posticipazione” della decisione di mettere al mondo un figlio.
Fonte: Istat