Al 1° gennaio 2025 i centenari residenti in Italia sono 23.548, oltre duemila in più rispetto all’anno precedente. Le donne dominano nettamente la statistica: rappresentano l’82,6% del totale. Ancora più marcata la loro presenza tra i cosiddetti “semi-supercentenari”, cioè le persone con almeno 105 anni, che sono 724, di cui oltre il 90% donne. I supercentenari – 110 anni e oltre – sono 19, e solo uno è uomo.
Il primato di longevità spetta a un uomo di 111 anni residente in Basilicata, mentre la decana d’Italia è una donna campana che tra pochi giorni compirà 115 anni.
Negli ultimi sedici anni il numero dei centenari è più che raddoppiato, passando dai 10mila del 2009 agli oltre 23mila attuali. La crescita ha però conosciuto una flessione tra il 2015 e il 2019, a causa dell’arrivo tra gli ultracentenari delle generazioni nate durante la Prima guerra mondiale, numericamente meno consistenti.
Tra il 2009 e il 2025 sono 8.980 le persone che hanno superato i 104 anni: quasi 8mila sono donne. I nomi più diffusi restano quelli della tradizione: Giuseppe per gli uomini e Maria per le donne.
Lo stato civile riflette la disparità di genere nella sopravvivenza: l’86% delle donne e l’80% degli uomini ultracentenari sono vedovi. Le nubili sono il doppio dei celibi (12% contro 6%), mentre tra i coniugati prevalgono gli uomini (14%) rispetto alle donne (1%).
Sul territorio, la regione con la maggiore concentrazione di centenari è il Molise (61 ogni 100mila abitanti), seguita dalla Liguria e dal Friuli-Venezia Giulia. A livello provinciale, Isernia e Nuoro guidano la classifica, confermando la longevità del Molise e della cosiddetta “Blue Zone” sarda.
In valore assoluto, la Lombardia resta la regione con più centenari (quasi 4mila), seguita da Lazio ed Emilia-Romagna.
Interessante anche il dato sulla residenza: quasi nove centenari su dieci vivono in famiglia, e questa quota sale al 91% tra i supercentenari, a conferma del ruolo protettivo dell’ambiente familiare sulla qualità della vita.
Un altro elemento significativo riguarda la probabilità di morte a età estreme. Secondo l’Istat, dopo i 105 anni il rischio di decesso non cresce più in modo esponenziale, ma tende a stabilizzarsi. Un individuo su due non supera i 106 anni, ma oltre questa soglia la mortalità rimane quasi costante, a conferma del cosiddetto “plateau” osservato anche in studi internazionali: chi raggiunge età eccezionali sembra in qualche modo selezionato per resistere più a lungo.
Nel panorama mondiale, la donna più longeva di sempre resta la francese Jeanne Calment, morta a 122 anni nel 1997. L’italiana Emma Morano, deceduta nel 2017 a 117 anni, è l’unica connazionale presente tra le prime dieci al mondo. Tra gli uomini italiani, il record resta quello del sardo Antonio Todde, scomparso a quasi 113 anni.
Fonte: ISTAT