Nel 2022 sono stati rilasciati 449.118 permessi di soggiorno, una cifra che non si registrava da 10 anni e che si deve principalmente alla crisi ucraina che con la concessione di 148mila nuovi permessi per protezione temporanea, ha contribuito all’incremento, una situazione del tutto straordinaria che ha segnato gli scenari migratori in tutta Europa con l’arrivo di flussi costituiti in prevalenza da donne e bambini, è quanto si deduce dal Report Istat pubblicato nei giorni scorsi.
Anche i permessi di lavoro e studio crescono registrando un picco di 25mila unità, dato che non si registrava dal 2013.
Al 1° gennaio 2023 i cittadini non comunitari con regolare permesso sono più di 3 milioni e 700mila, la collettività ucraina, superando la cinese, si colloca al 3° posto per numero di presenze dopo quella marocchina e albanese.
- 780 i minori sotto protezione temporanea arrivati nel 2022, il 36,8% del totale
- +32,2% l’incremento dei permessi per lavoro rilasciati nel 2022 rispetto al 2021
- +53,6% l’incremento dei nuovi permessi rilasciati a cittadini del Bangladesh che supera il Marocco per numero di nuovi ingressi
Tra il 2021 e il 2022 i nuovi permessi di lavoro sono aumentati del 32,2%, i motivi di lavoro rappresentano il 15% dei nuovi permessi rilasciati nel 2022; dal 2013 non si registrava un numero così alto di nuovi ingressi per attività lavorativa, diverse tuttavia le modalità con cui i cittadini non comunitari hanno ottenuto un permesso per lavoro. Nel 72,6% dei casi, 49mila permessi, si è trattato di autorizzazioni emesse a seguito del provvedimento di regolarizzazione emanato nel 2020 (DL 34/2020), l’esame delle domande di emersione è avvenuto lentamente cosicché numerosi cittadini non comunitari hanno visto accettata l’istanza solo nel 2022.
A questi vanno aggiunti 10mila permessi per lavoro dipendente e 3.200 permessi stagionali, integrando i dati del 2022 con quelli del 2021 emerge che nell’ultimo biennio siano stati emessi molti più permessi di lavoro che nel periodo compreso tra il 2015 e il 2020. Pertanto si denota un segnale di apertura per quel che concerne gli ingressi per lavoro nel Paese, come testimonia anche il recente DPCM recante la “Programmazione dei flussi d’ingresso legale in Italia dei lavoratori stranieri per il triennio 2023-2025”, che prevede circa 450mila ingressi, approvato in esame preliminare dal Consiglio dei Ministri.
Fonte: ISTAT