In Italia, nel 2016, la ricerca applicata si è confermata la principale voce d’investimento (10 miliardi di euro, pari al 43,3% della spesa complessiva); a seguire le attività di sviluppo sperimentale con una spesa pari a 7,7 miliardi di euro (33,4% del totale) e, infine, la ricerca di base con circa 5,4 miliardi di euro (23,2%). E’ stato stimato che nel 2016 la spesa per R&S intra-muros sostenuta da imprese, istituzioni pubbliche, istituzioni private no profit e università sia stata pari a 23,2 miliardi di euro (+4,6% rispetto al 2015). L’incidenza percentuale della spesa per R&S intra-muros sul Pil, pari all’1,38% nel 2016, è in lieve crescita rispetto all’anno precedente (era l’1,34% nel 2015).
Gli investimenti in Ricerca e Sviluppo, così come il personale impegnato in tal senso, nell’ambito dello studio dei processi di innovazione, sono generalmente considerati essenziali fattori di input, finalizzati alla creazione di nuove conoscenze che, attraverso le applicazioni vengono trasformate nell’innovazione vera e propria. L’indicatore, che esprime la percentuale di investimenti in R&S rapportati al Pil, è uno dei rilevatori fondamentali della strategia Europa 2020. L’obiettivo che l’Unione europea si è posta entro quella data è d’investire in R&S il 3% del proprio Pil; all’Italia è chiesto di contribuire a tale target con un investimento sul Pil pari all’1,53%.
Nel nostro Paese alla spesa complessiva contribuiscono il settore delle imprese per il 60,8%, le università per il 24,2% e le istituzioni pubbliche per il 12,6%. Rispetto al 2015 la spesa per R&S cresce del 9,3% per le imprese, resta stabile nelle istituzioni pubbliche, mentre flette nelle università (-1,0%) e, in misura ancora più marcata, nelle istituzioni private no profit (-18,6%). Aumenta dal 2015 il contributo alla spesa complessiva per R&S delle imprese a controllo nazionale e dei finanziatori esteri rispettivamente di 2,1 e 1,5 punti percentuali; è in calo quello delle istituzioni pubbliche, università e no profit (-3,5 punti percentuali in totale).
L’aumento più rilevante della spesa per R&S intra-muros riguarda le attività di sviluppo sperimentale (+15,6%); la ricerca di base e quella applicata registrano un lieve calo (complessivamente -0,2%). Cresce nel 2016 il personale impegnato in attività di R&S conteggiato sia in unità sia in termini di unità equivalenti a tempo pieno (Etp). In particolare, ammonta a 435.283 unità (+11,7% dal 2015) e a 290.039,5 in termini di Etp (+11,9%). Rispetto al totale degli addetti i ricercatori in termini di unità aumentano del 6,6% (da 174.327 unità del 2015 a 185.916 nel 2016). In termini di Etp, i ricercatori aumentano del 6,2% (da 125.875,0 a 133.705,7 unità espresse in Etp). L’aumento più consistente in Etp è rilevato nelle imprese (+11,3%) e nelle università (+4,0%). Per il 2017 i dati preliminari indicano un aumento della spesa per R&S pari all’1,8% a valori correnti sia nelle imprese sia nelle istituzioni pubbliche (non sono ancora disponibili i dati sulle università). Nello stesso periodo registrano lievi variazioni gli stanziamenti per R&S di Amministrazioni Centrali, Regioni e Province autonome: i fondi passano da 8,7 miliardi di euro del 2016 (previsioni di spesa assestate) a circa 8,6 miliardi di euro del 2017 (previsioni iniziali).
Per il 2018 le previsioni fornite da imprese e istituzioni confermano un ulteriore aumento della spesa in R&S intra-muros (+3,4% sul 2017): in particolare, istituzioni pubbliche +5,6%, istituzioni private non profit +4,9% e imprese +2,9%. Le rilevazioni sulla ricerca e lo sviluppo sperimentale, condotte annualmente dall’Istat, sono finalizzate a rilevare dati sulle imprese, le istituzioni pubbliche, le università e le istituzioni private non profit che svolgono sistematicamente attività di ricerca (R&S). I principali fenomeni oggetto di studio riguardano la spesa interna, ossia quella svolta con proprio personale e con proprie attrezzature, e il personale impegnato in attività di ricerca, espresso in termini sia di numero di persone occupate in attività di R&S (a tempo pieno, a tempo parziale o con contratto di formazione e lavoro), sia di unità equivalente al full time (tempo medio annuale effettivamente dedicato all’attività di ricerca da ciascuna unità). Altre informazioni rilevate riguardano le fonti di finanziamento delle attività di R&S e il tipo di ricerca svolta (ricerca di base, applicata, sviluppo sperimentale). Le stime della statistica sono disponibili solo a livello di macro-ripartizione territoriale e a livello regionale.