Un edificio appartenuto alla criminalità organizzata, situato a Pago del Vallo di Lauro, nell’avellinese, diventerà la sede di un istituto tecnico agrario. il Comune, per fini didattici, cederà in comodato d’uso gratuito alcuni terreni limitrofi. Il protocollo d’intesa per la riqualificazione e il riutilizzo del bene è stato siglato ieri nella Prefettura di Avellino. Sottoscrittori: l’assessore regionale all’Istruzione, Politiche giovanili e sociali Lucia Fortini, il presidente della Provincia di Avellino, Domenico Biancardi, il Sindaco di Pago del Vallo di Lauro, Antonio Mercogliano, e il dirigente dell’Ufficio scolastico regionale dell’ambito provinciale di Avellino Rosa Grano.
All’incontro, insieme al prefetto del capoluogo irpino Maria Tirone, ha preso parte il direttore dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata Bruno Frattasi. L’iniziativa è nata durante gli incontri in Prefettura del nucleo di supporto per le attività dell’Anbsc, nel corso dei quali è emerso l’interesse della Provincia di Avellino di acquisire l’immobile. Il progetto guarda alla realizzazione di una scuola a indirizzo agrario e a tal fine il Comune cederà in comodato d’uso gratuito alcuni terreni limitrofi. Soddisfazione è stata espressa dal prefetto Frattasi per l’impegno della Provincia e per “la virtuosa collaborazione tra istituzioni del territorio, di alta valenza simbolica e sostanziale, che consentirà di restituire al territorio un bene che risponde appieno alle esigenze concrete della comunità”.
“Se le mafie rappresentano per i territori un agente negativo di trasformazione sociale ed economica – ha spiegato durante un’iniziativa di Avviso Pubblico Stefania Di Buccio, coordinatrice del Master in Gestione e riutilizzo dei beni e aziende confiscate alle mafie dell’Università di Bologna – i beni a loro confiscati delineano, al contrario, grandi opportunità di sviluppo. Il Codice Antimafia del 2011 deve essere un punto di riferimento per gli Enti locali, i quali hanno necessità di studiarlo per conoscere a fondo le possibilità che offre. E’ infatti uno strumento che consente il riutilizzo sociale dei beni confiscati non solo per il reato di associazione mafiosa, ma anche per quelli ascritti al caporalato, all’usura o al riciclaggio”.
Ed è grazie alla collaborazione tra le istituzioni, a livello locale, regionale e nazionale, attraverso gli strumenti che la legislazione offre, come nel caso della villa sequestrata ad un boss della criminalità di Pago del Vallo di Lauro, che si può restituire dignità agli edifici e ai territori sfruttati dalle mafie.