Più spazi verdi ci sono nei centri abitati e più si riduce il rischio di morte in età precoce.
Lo riporta l’esame di vari studi pubblicati che hanno coinvolto 7 paesi, tra cui l’Italia.
Il lavoro, condotto da esperti del Barcelona Institute for Global Health (ISGlobal), in collaborazione con la Colorado State University e con l’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS), e pubblicato sulla rivista The Lancet Planetary Health, ha dimostrato lo stretto legame tra il verde urbano e più in generale il contatto con la natura e la buona salute.
Questo lavoro è andato a verificare l’impatto reale del verde sulla salute, confrontando la densità di verde nelle zone di residenza e il tasso di mortalità precoce per ciascuna delle zone considerate.
Dai dati raccolti è emerso che un incremento del verde intorno alle case è associato in modo significativo con una ridotta mortalità precoce.
In particolare lo studio fornisce una stima dell’effetto protettivo del verde: si ha una riduzione del 4% della mortalità prematura per ogni incremento del tasso di vegetazione di 0,1 (misurato con un indice specifico) entro 500 metri dalla zona di residenza.
“Questa è ad oggi la sintesi più ampia e completa sulla connessione tra spazi verdi e mortalità prematura”, riferisce David Rojas del ISGlobal e della Colorado State University e autore principale della ricerca. “I risultati supportano l’importanza di interventi e politiche per aumentare gli spazi verdi come strategia per migliorare la salute pubblica” . Inoltre lo studio, aggiunge Rojas, “fornisce importanti informazioni che possono già essere usate per futuri studi sull’impatto del verde sulla salute”.
Al momento gli epidemiologi stanno lavorando per ottenere le stime di quante vite si potrebbero ‘salvare’ in determinate città qualora fossero attuate politiche volte ad incrementare il verde urbano.