A Bardi, nel parmense, ci sono 2.185 abitanti, ma 1.517 di essi risiedono fuori dall’Italia e, di conseguenza, non pagano le tasse. Niente Imu, Tari e Tasi ridotte, fanno sì che i mancati introiti, spingano il municipio verso la bancarotta. Infatti, per le casse comunali, un minor gettito che supera i 120mila euro all’anno invece il ministero dell’Interno ha previsto un ristoro di appena 11.407 euro.
A sollevare il caso, il deputato del Pd Giuseppe Romanini che invita lo Stato a rispettare l’impegno assunto con i Comuni: “Chiediamo con forza e urgenza che rapidamente vengano identificate risorse aggiuntive da destinare alla compensazione del minor gettito fiscale per scongiurare il rischio default che molti enti stanno seriamente correndo”.
La questione è legata all’introduzione, nel 2015, dell’esenzione dell’Imu, per il possesso di una sola unità immobiliare in Italia, a condizione che non risulti locata o data in comodato d’uso, per i cittadini italiani residenti all’estero già pensionati nei rispettivi paesi di residenza, e della riduzione dei due terzi della Tari e della Tasi.
Il sindaco di Bardi, Valentina Pontremoli, conferma i dati forniti da Romanini e ribadisce: “Rischiamo di finire in ginocchio, siamo in grande difficoltà. Si tratta di persone residenti all’estero, iscritte all’Aire (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero), sono via da sempre ma hanno mantenuto la casa e ogni tanto tornano nel comune di origine. Il punto è che una legge dello Stato deve essere rispettata e i municipi sostenuti economicamente come prevede la normativa. E’ anche una questione di principio”; altrimenti, aggiunge, “è inutile parlare di paesi montani da sostenere e aiutare contro lo spopolamento”.