E meno male che doveva arrivare la “riscossione dal volto umano” con l’abolizione di Equitalia. Soppressione che, secondo quanto previsto dalla legge 225/2016, avverrà a partire dal 1° luglio 2017. Di conseguenza, tutti i rapporti giuridici pendenti, comprese le cause in corso, si trasferiranno al nuovo soggetto che ne prenderà il posto, ossia l’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Questo passaggio porterà in sostanza a una rottamazione delle cartelle inevase, aprendo una sorta di sanatoria su more e sanzioni in favore dei cittadini, che ora dovranno pagare il dovuto e non più gli interessi sullo stesso, ma non sarà tutto rose e fiori… Di seguito le principali novità per i contribuenti.
Riscossione più severa e potenziata
“Al fine di garantire la continuità e la funzionalità delle attività di riscossione – si legge nel primo articolo del decreto – il nuovo ente subentra a titolo universale nei rapporti giuridici attivi e passivi, anche processuali, delle società del Gruppo Equitalia”. Tra le principali novità spicca il potenziamento delle modalità di riscossione del nuovo ente, che avrà più poteri rispetto a Equitalia. Il decreto-legge consente infatti all’Agenzia delle Entrate-Riscossione di utilizzare banche dati e informazioni già in uso all’Agenzia delle Entrate “anche ai fini dell’esercizio delle funzioni relative alla riscossione nazionale”. Una procedura non consentita ad Equitalia.
Conti correnti pignorabili
La nuova Agenzia potrà procedere al pignoramento dei conti correnti in modo diretto, incamerando il denaro direttamente dalle banche, senza dover richiedere l’apposita autorizzazione al giudice”. Sul punto Equitalia precisa in una nota che le norme sulle procedure per i pignoramenti esistono da 12 anni. Il pignoramento presso terzi è disciplinato da una norma del 2005, che prevede l’azione diretta da parte di Equitalia sui crediti del debitore detenuti da terzi “comprese le eventuali somme sul conto corrente”. La norma prevede “l’intervento dell’Autorità giudiziaria in via eventuale laddove il terzo pignorato o il contribuente stesso abbiano elementi validi per contestare l’azione dell’Agente della riscossione”. In particolare, Equitalia procede ad azioni esecutive “solo dopo che il contribuente non abbia dato seguito agli atti che gli sono stati notificati (cartella di pagamento, solleciti di pagamento, avvisi di intimazione), né provvedendo al loro pagamento, neanche in forma rateale, né contestandone il contenuto”.
Destino delle cartelle pendenti
Le cartelle e i debiti pendenti con Equitalia, comprese le imposte erariali e locali – come Tasi, Imu, Tari o il bollo auto – non spariranno con la soppressione di Equitalia, ma verranno trasferite all’Agenzia delle Entrate-Riscossione. Questo significa che verrà a crearsi una situazione di continuità nei crediti, poiché il cambio di soggetto non cancella il debito. I cittadini che abbiano ricevuto una cartella di pagamento o che abbiano tuttora un piano di rateazione dovranno corrispondere quanto dovuto al nuovo ente.
Obiettivi del Governo
Con la rottamazione del meccanismo, il governo punta a incassare oltre 4,2 miliardi, mentre saranno 3,1 i milioni di contribuenti coinvolti con rateizzazione in corso.
Futuro dei dipendenti Equitalia
I dipendenti di Equitalia non corrono alcun rischio con l’accorpamento tra l’ente di riscossione e le Entrate che scatterà il primo luglio. “Il personale delle società del Gruppo Equitalia – si legge nel decreto – proveniente da altre amministrazioni pubbliche è ricollocato nella posizione economica e giuridica originariamente posseduta nell’amministrazione pubblica di provenienza la quale, prima di poter effettuare nuove assunzioni, procede al riassorbimento di detto personale, mediante l’utilizzo delle procedure di mobilità”.