Dopo la tappa vulcanica sull’Etna, che ha sancito la vittoria dello sloveno Polanc, grazie ad una fuga lunghissima degna dei tempi andati, e consegnato la maglia Rosa al lussemburghese Jungel, ecco che il Giro si appresta a pedalare verso il continente. Oggi, infatti, vi sarà la quinta tappa con approdo a Messina per un totale di 159 km. La partenza è da Pedara, a pochi km da Catania. E’ una tappa per coloro che vogliono attaccare, con arrivo fatto ad hoc per i velocisti. L’avvio è alle pendici dell’Etna verso il mare, dove abbiamo il piccolo centro di Pedara, con i suoi 14mila abitanti e la presenza della Basilica di Santa Caterina.
La Basilica in questione è un chiaro esempio di “chiesa nera”, dove si intende l’utilizzo della pietra lavica. Per questo motivo è una delle costruzioni più visitate, e naturalmente, più studiate di tutta la Regione Sicilia. E non solo. Fu costruita nel 1547, in pieno stile romanico. La chiesa, in quanto piccola, e a seguito di un terremoto, venne completamente ricostruita nel 1705. Oggi Pedara vive prettamente di turismo e d’estate è il luogo dove i catanesi si rifugiano per scappare dall’afa che attanaglia la costa. Da Pedara, dopo diversi saliscendi, si scende verso Taormina, la perla del turismo siciliano. E’ uno dei posti più famosi al mondo, dove mare e collina si intersecano in un movimento geometrico perfetto. Si aggiunga la presenza di un patrimonio artistico non indifferente ed ecco che i ciclisti, che vi giungeranno dopo circa 90 km di tappa, avranno davanti a se il senso della bellezza per eccellenza. Qui si respira il meglio dell’arte e della cultura; nei decenni degli anni ‘50 è stato il luogo prediletto di Truman Capote che scrisse “fontana vecchia”. Per non parlare Ernest Hemingway che adorava come pochi il promontorio. Ovviamente, anche il cinema ebbe una grande passione, un osmosi, per la ridente cittadina in Provincia di Messina. Greta Garbo e Ava Gardner sono alcune stelle di Hollywood che adoravano affacciarsi sui balconi naturali che guardano al mare. Il caffè “Mocambo” la meta preferita, dove amavano ritrovarsi al cospetto di tanta magnificenza.
Nei secoli Taormina ebbe una lunga serie di dominazioni; dapprima quella romana, per poi subire quella musulmana, attorno all’anno mille, per poi proseguire con quella Normanna e quella degli Svevi. In età più vicina a noi, Taormina fu fedele agli spagnoli, e per tale motivo subì l’assedio francese. Ritornò ancora agli spagnoli che la diedero ai Borboni come ricompensa per la fedeltà data. Una tormentata evoluzione, quindi, che però nei secoli le conferì una vitalità senza eguali. I segni tangibili di un fervore artistico e culturale così marcato si specchia nella presenza del Teatro Antico di Taormina, il più importante esempio di costruzione greco – romana dopo quello di Siracusa.
Successivo al bagno di folla nelle bellezze di Taormina, arrivano gli ultimi 60 km, quasi interamente in linea, dove i velocisti si preparano per la volatona finale che li porterà fino a Messina; la città dello stretto che guarda al continente. Il maggiore porto italiano per transito di persone ed uno dei primi dieci per traffico crocieristico.
Fin dalle origini era una colonia greca, ed ebbe la sua massima espansione nel periodo che va dal Medioevo fino alla al XVII secolo. Nel 1908 a Messina ci fu un terremoto così devastante che la città andò completamente distrutta generando migliaia di morti. Ancora oggi questo terremoto è nella coscienza di tutti i siciliani, come fosse avvenuto oggi. Venne ricostruita ex novo dopo pochi anni. In ogni caso rimangono ancora diversi tratti della vecchia città. Il simbolo di questa ricostruzione è la Basilica della Cattedrale protometropolitana che fu ricostruita, appunto, diverse volte a seguito di terremoti e distruzioni nelle varie domini che ebbe nei secoli. Venne ripristinata partendo dalla parte absidale mettendo in luce la parte normanna e quella relativa ai mosaici. La seconda Guerra Mondiale danneggiò profondamente gli interni. Oggi ospita l’organo più grande d’Italia, dopo quello presente alla Scala di Milano, e il terzo in Europa. Inoltre, ecco il campanile della Basilica che ospita il più grande orologio meccanico ed astronomico al mondo. Caratteristica di questa Basilica è la presenza, alle ore 12 di ogni singolo giorno, della musica dell’Ave Maria di Schubert con le statue dell’orologio che si muovono per tutto il periodo musicale.
Un altro elemento particolarissimo della città è la Galleria Vittorio Emanuele III, un raro esempio di architettura che vede l’utilizzo del ferro, cosa assai rara. Infine una menzione speciale va alla sede del Comune, Palazzo Zanca, che per l’occasione si vestirà di rosa fino a sera per omaggiare il Giro. I messinesi, e con loro gli italiani, avranno un’attenzione particolare per lo squalo Nibali desideroso di mettere il segno nella tappa di casa e dare ai propri tifosi la gioia della vittoria dopo il bagno di folla di questi giorni. Riuscirà nell’intento?