Dove non vi è arrivato lo Sci Alpino e il Biathlon, arriva lo Sci Nordico a regalare la medaglia d’oro ai colori italiani. Nella prima giornata dei mondiali che riguardano lo Sci di Fondo, in svolgimento in quel di Lhati in Finalndia, fino al 5 di marzo, è la gara dello sprint che incorna il nostro Federico Pellegrino. Era dal 2005 che in campo maschile non si vinceva un oro, grazie a Pietro Piller Cottrer, e dal 2009 in quello femminile, grazie a Arianna Follis. In questo arco di tempo, qualche medaglia d’argento e di bronzo, sia nell’individuale che nella squadra. Importanti sì, ma non da inserire negli tra i ricordi memorabili. E’ memorabile lo sprint d’oro di Federico Pellegrino.
Un successo importante, che tutti gli addetti ai lavori si aspettavano, ma che non era affatto scontato vista l’agguerrita concorrenza. In primis, quella dell’eterno rivale, il russo Ustiugov, e dell’astro nascente, plurivincitore quest’anno nelle competizioni di coppa del Mondo, il norvegese Klaebo. Tutte e due sono arrivati alle spalle dell’italiano.
La vittoria di Pellegrino è tanto più bella visto il budget che solitamente hanno a disposizione le squadre del nord Europa rispetto alla nostra squadra. La coesione della squadra azzurra è stata fondamentale. SI aggiunga che la forza di Pellegrino è stata anche, e soprattutto, di grande livello mentale; è stato capace, infatti, di affrontare la gara con la consapevolezza di essere il più forte e generando, conseguentemente, una forte pressione verso i propri avversari. Il risultato è lì davanti agli occhi di tutti. Una medaglia d’oro unica nella tana delle alci finlandesi, avvenimento, questo, mai accaduto ad un atleta proveniente dal sud Europa. E come dicevamo, in principio, le grandi squadre del nord hanno delle dotazioni economiche incredibili che si traducono in mezzi tecnici altamente performanti. Nonostante questo, lo sprint di Federico Pellegrino è stato entusiasmante.
A fine gara ha esordito dicendo che aveva due missili di sci, evidenziando il lavoro di tutta una squadra che riguarda allenatori, ski man e compagni di squadra. Se non vi fosse stata questa unione sarebbe stato difficile vincere in una tecnica, lo sprinter, dove ci si gioca tutto nei minimi particolari e nei centesimi di secondo. Insomma, ieri in Finlandia ogni particolare è stato studiato nel dettaglio. A tutto si aggiunga la classe immensa di un ragazzo di 28 anni a cui mancava solo il vessillo della massima competizione mondiale per entrare nella storia. Vai Federico ora la storia dello Sci Nordico sei tu.