Il premier Conte ha annunciato l’apertura della Fase 2 per il riavvio graduale e progressivo del Paese dopo il lockdown, così città e territori della Penisola stanno scaldando i motori in vista del 4 maggio, la data fatidica. Purtroppo, la tanto agognata ripartenza non sarà uguale per tutti, giacchè la situazione risulta molto differenziata da Nord a Sud, raggruppando gli 8mila Comuni in sottoinsiemi distinti in base al livello di diffusione dell’epidemia, nonché alla solidità del tessuto economico-sociale che li caratterizza. Il cocktail fra le due dimensioni dà la forza di resilienza e, dunque, l’effettiva capacità da parte di ciascuna realtà urbana di rimettere in piedi le attività produttive e il complesso dei servizi in maniera rapida ed efficiente.
Un’accurata indagine di Ernst&Young – di cui ha dato utile resoconto un articolo del Sole 24Ore – traccia una mappa della risposta probabile che le città sapranno fornire al segnale della ripartenza. E individua 4 velocità differenti: facile, lenta, frenata, critica. La previsione della prestigiosa società di consulting si basa essenzialmente sull’analisi e il confronto dei dati sul contagio con quelli economici e sociali delle smart city italiane. Vengono individuati in pole position nello scatto in avanti, ossia nella “ripartenza facile”, sei centri urbani del Sud Italia (Cagliari, Bari, Lecce, Cosenza, Potenza, Sassari) e altrettanti del Centro Nord (Siena, Pisa, Udine, Pordenone). Ciò dipende da alcuni fattori – si legge nel report: “Il COVID-19 non ha colpito in egual misura tutti i territori e la penetrazione dei contagi in rapporto alla popolazione è molto diversa da città a città, anche all’interno della stessa regione. Le condizioni per la riapertura dipendono da fattori sanitari, economici e sociali”. L’indagine, infatti, prende le mosse dal numero dei contagiati ogni 10mila abitanti. Alto per città come Cremona (151 contagiati) Lodi (118) e Piacenza (117) e altre realtà del Nord. Più contenuto invece al Sud, comprese le grandi isole, Sicilia e Sardegna. Pesa poi il grado di resilienza del tessuto urbano, determinato in larga parte dalla quantità e dalla qualità delle infrastrutture tecnologicamente avanzate disponibili.
In base a questo indice, i ricercatori di Ernst&Young ritengono che il 20% circa dei Comuni gestirà la nuova fase in modo lento e difficoltoso. Ci sono però le “eccellenze” come Cagliari, capoluogo segnato da un efficiente sistema di trasporto pubblico, integrato dai servizi di sharing mobility e fortemente digitalizzato e da una rete di sensori collegati a una centrale di controllo urbano molto avanzata. Segnalata anche Cosenza che, diversamente dalle altre città calabresi, è riuscita a distinguersi per il comportamento esemplare dei cittadini, che hanno rispettato con rigore le misure del Governo – come enfatizza con orgoglio il Sindaco Mario Occhiuto – ma anche per l’azione dell’amministrazione che da subito ha aperto il Centro operativo comunale con l’obiettivo di assistere le persone in difficoltà. Il Comune, inoltre, non ha esitato a cancellare manifestazioni storiche per evitare gli assembramenti, a chiudere i centri anziani e a sanificare piazze e strade cittadine. Meno ottimistiche, infine, le stime della capacità di ripartenza di altre 40 città del Centro-Sud, soprattutto di quelle di più grandi dimensioni come Roma, Napoli, Palermo, Messina, Salerno. Saranno probabilmente frenate – sentenzia Ernst&Young – da infrastrutture di mobilità e comunicazione obsolete e lacunose.